UN ROMANZO FANTASY DISTOPICO
DI MARINA MILANI
Ph Francesca Lucidi
NOTE SULL’AUTRICE
Marina Milani è un insegnante e vive a Pavia; è
un’avida lettrice, una viaggiatrice. Pubblica il racconto Cacciatori
Notturni, inserito nella raccolta Chiama quando vuoi edita da
Mondadori. Vive il concorso Voce di donne con il racconto Frammenti.
CENNI SULLA TRAMA E TEMATICHE
«UNA
CITTÀ CIRCONDATA DA UN ALTO MURO, DI MODO CHE GLI STRANIERI NON POSSANO ENTRARE
A PORTARE VIA LE NOSTE RICCHEZZE. UNA CITTÀ COPERTA DA UNA CUPOLA CHE FILTRA L’ARIA
E I RAGGI DEL SOLE E LASCIA PASSARE L’ACQUA DEL CIELO LE RARE VOLTE CHE PIOVE.
ATTORNO ALLA CITTÀ C’È UN MARE SPORCO, DI COLORE SCURO E… NON CI SONO CAMPI,
NON CI SONO FORESTE, NON CI SONO PRATI.»
«DEVE
ESSERE ORRIBILE. COME FA LA GENTE A RESISTERE?»
«LA
GENTE SI È TROVATA UN’ALTERNATIVA. ESISTE UN MICROCHIP, CHE SI CHIAMA IPSE, CHE
VA MOLTO DI MODA A MIDLAND, LA MIA CITTÀ. TE LO FAI INNESTARE SOTTOPELLE E VEDI
TUTTI I MARI CHE VUOI, LE FORESTE, E I CIELI STELLATI.»
Edito da Edikit nel 2020, un romanzo fantasy
distopico, illuminato da note romantiche e da un discorso complesso
sull’identità e la ricerca di sé. Halgas inventa una società futura fondata
sull’annientamento del pensiero individuale: la tecnologia regola le vite di
un’umanità omologata, controllata, perfetta. Donne e uomini non si riproducono
più toccandosi ed amandosi; tutto è immobile e soffocato da una nube che oscura
un sole lontano, separato da una realtà terrena piegata dalla mancanza di acqua
e da una divisione in rigide caste non strettamente economiche ma razziali,
genetiche e utilitaristiche. Tutti sono selezionati in funzione di un sistema
invisibile, che da sotto la pelle del tuo braccio ti controlla e culla, come
una madre apprensiva ed oppressiva: ognuno ha il suo IPSE impiantato, il
proprio dispositivo che rintraccia e monitora. Un IPSE ti fa vivere in una
prigione asettica che regala come unico compagno di cella un alter-ego
sapientemente programmato per il tuo “bene”.
Il mondo come lo conosciamo non esiste più. C’è un
emisfero desertico, popolato da umani imbambolati o schiavizzati in città-prigioni
che accolgono tutti… tutti quelli che accettano il fatto di essere introdotti
in cambio della promessa di non uscire mai più. C’è un emisfero sommerso, di
cui non si parla, di cui i ragazzi assembrati nelle scuole non sanno nulla. In
realtà, lì vive un’etnia considerata estinta che sarà l’ultimo baluardo della
speranza. Gli Halgas sono creature fatte di pace, branchie e saggezza. Una
vecchia guerra ha lasciato testimoni silenziosi che nuotano e pescano, e
nascondono una tecnologia avanzatissima non sconosciuta agli “Uguali”. Nell’emisfero
desertico ci sono Uguali più Uguali degli altri, e ogni differenza viene
annientata in un battito di ciglia. Una ragazzina depressa e insicura; un
professore delicato amante della poesia; un hacker dalla battuta pronta; un
ragazzo affascinante con occhi nerissimi misteriosi…
Sul pontile una creatura emerge, i suoi capelli
sgocciolano e si può avvertire un odore salmastro e il fruscio di una muta che
avvolge membra possenti. A volte i piccoli slanci dei nostri malesseri
interiori possono mettere in moto qualcosa di diverso, una reazione, una
rivoluzione. Andiamo contro le regole quasi per noia, in una vita organizzata e
vigliacca invischiata nella ricerca spasmodica di ordine. Un sassolino può
innescare una frana: un potere iperstrutturato può avere più falle di quante
esso stesso potrebbe immaginare, tronfio in una sicurezza che non può soffocare
gli istinti, abbattere la potenza della libertà, piegare una vita quando essa
inizia sentire il lieve respiro salvifico della speranza.
Se hai un
motivo per vivere puoi resistere a tutto, anche se sei una ragazzina debole e
insicura, piena di lentiggini su una pelle delicata. Un romanzo che presenta
diversi protagonisti e altrettanti punti di vista che immergono il lettore in
psicologie diverse, in sensazioni comuni a tutti ma tanto differenti da rivendicare
la specificità in una realtà che si è venduta a una illusoria maligna
perfezione.
A Midland i libri non sono ben visti; tra le pagine
impolverate la memoria guida le azioni del giusto, di chi sa ascoltare e porsi
domande. Alleanze e affetti profondi; saggezza e riscoperta forza interiore;
capacità di sognare un mondo diverso, di mettersi in prima linea scoprendo sé
stessi in una sofferenza formatrice. Si può essere la versione migliore e
coerente di noi stessi avendo il coraggio di considerare l’impossibile, di non
sottomettersi al sonno dell’anima. Il viaggio di Halgas attraverserà confini
inimmaginabili… ma dopotutto è questa la metafora più antica che porta l’uomo
alla riappropriazione del sé.
ANALISI E CONSIDERAZIONI
“FORSE LE LORO PASSIONI POTEVANO ANCHE CONDURLI VERSO ALTI OBIETTIVI E NON SOLO VERSO LA DISTRUZIONE.”
ASPETTI POSITIVI
Una scrittura incalzante, nessun vuoto in una
narrazione che tiene le redini con decisione. Vampe di vitalità o soffocante fumo
di prigioni visibili e invisibili, il tutto inframezzato dai sospiri delle
emozioni: depressione, solitudine, tristezza; desiderio di rivincita, indomito
coraggio, onore. Ogni personaggio è funzionale a un’analisi dell’essere
vivente, mostrato come uomo, Halgas o Mutapelle. Le diversità si riuniscono nell’universalità
delle emozioni sopracitate. Una ragazzina con la sindrome dell’abbandono può ritrovare
sé stessa nel fondo più profondo; un uomo insicuro che attira troppe donne può
conoscere per una volta cosa sia l’amore; un hacker riottoso per la prima volta
comprende cosa significhi scegliere di adoperare il talento per una causa; un ragazzo
dovrà affrontare la sfida della sua natura che conoscerà la disumanizzazione innalzata
dal tocco vero di un sentimento puro. Una femmina, un pesce, un rettile: un vessillo
vivente di speranza comprenderà l’essere
umano e le sue contraddizioni. Ogni scelta narrativa crea un mondo coerente che
porta la forza di moniti, profezie da scongiurare e guerre da combattere una
volta per tutte. Le scelte chiameranno schieramenti netti, non facili. La
commozione riesce a scaturire dalla semplicità di persone imperfette nelle proprie
debolezze che apriranno il sentiero verso la vera “evoluzione”.
LE PECCHE INASPETTATE
Durante la lettura qualcosa mi costringeva a tornare
indietro: perdevo il filo ma non comprendevo la ragione tanto grande era la
passione che ogni riga scatenava in me. Purtroppo, dopo circa cento pagine ho trovato
il mattone accidentato, la falla nel sistema di Halgas. In alcuni punti la
consecutio temporum cede, frana. I tempi verbali iniziano a sovrapporsi in modo
totalmente errato. Ne ho parlato con l’autrice, indicando esempi e pagine da
rileggere. Ho molto apprezzato l’onestà di Marina che ha riconosciuto l'errore. I miei migliori auguri
a un’autrice talentuosa, umile e educata. La ringrazio anche per aver atteso il
mio lavoro, da lei tanto desiderato.
Grazie Marina per avermi inviato una copia del tuo libro. Buon lavoro!