CONTIENE
IL TRATTATO INTEGRALE DI DOM CALMET
DISSERTAZIONI
SOPRA LE APPARIZIONI DEGLI SPIRITI E DEI VAMPIRI
L’AUTORE
Massimo Mayde è nato a Milano nel 1979. Scrittore,
bibliofilo… e pianista, Massimo è un artista, che come molti suoi predecessori,
ha affondato le mani tra gli affari dell’occulto; questo tocco ha fatto sì che
la sua intera vita fosse avvolta da una ricerca incessante e da un modo di veder
le cose profondo, anche curioso e coraggioso… fino a circondare di passione e un
tocco di umorismo fatti assai “gravi”.
Questo “indagatore del mistero” è co-fondatore del Dharma
Project, un vero e proprio gruppo di ricerca nel campo dell’inspiegabile, o
almeno così appaiono certe questioni a chi da fuori cerca di trovare risposte a
ciò che è sempre più spesso confinato in angoli ospitanti etichette
rassicuranti le quali provano a riunire sotto stereotipi, e spiegazioni
razionali, fatti che sentiamo troppo “grandi” e spaventosi per essere
accettati.
Massimo è un divulgatore: oltre a diverse
pubblicazioni tra il fantasioso e il documentaristico, è produttore e curatore
del Podcast IL SALOTTO DEL TERRORE.
ALCUNE PUBBLICAZIONI
Re Nero, Abeditore,
luglio 2017;
L’Errante,
edizione indipendente FromHell.
Dei racconti inediti possono essere ascoltati sul
canale Youtube La Musifavolista.
IL VOLUME
Questo Anno Domini 2020, assai fuori dai nostri
confini rassicuranti, vede la pubblicazione di un libro pieno, lungo e
affollato di informazioni che possono stuzzicare, informare, spaventare o
illuminare. Possiamo forse trovare risposte? Questo dipende da noi.
Il lavoro di Massimo si divide in due distinte
occupazioni: da un lato vi è il curatore di un trattato del XVIII, un compito
affascinante ma di responsabilità; dall’altro versante, quello maggiormente adatto a un
pubblico più ampio, abbiamo lo scrittore, il ricercatore che riunisce una serie
di fatti realmente accaduti e leggende in un calderone che promette la
distillazione di un succo di conoscenza e curiosità che possa stuzzicare l’appassionato
dei fatti e il fantasioso lettore amante dell’horror… entrambi possono abbeverarsi
sperando nella comprensione, nella conoscenza. Racchiudere le ombre di secoli
di storia umana in un libro è una missione ambiziosa, che vedremo cosa ha
prodotto nel complesso.
L’uomo del Medioevo, o del Cinquecento, persino del Secolo
dei Lumi… non era poi tanto diverso dall’uomo contemporaneo: l’uno e l’altro si
occupano delle loro faccende del quotidiano, del cibo, della casa, delle
relazioni. La facoltà di farsi domande su ciò che si vede e, soprattutto, su
ciò che non si vede è innata nell’attitudine personale, adesso come nel
passato. L’uomo semplice pensa al “pane”, ma a volte fuori dalla finestra, che
separa il focolare dal mondo, si scorgono ombre che distolgono dal “qui” per attivare
la ricerca di un senso sull’altrove. La paura ha sempre generato molto molto
materiale, e tante azioni spesso crudeli.
Solo una ristretta cerchia di letterati, filosofi o “ricercatori”,
nel corso del tempo, ha frugato nei racconti popolari per riunire nomi, fatti e
oggettivi riscontri con i libri, con il dogma, con una razionale presentazione
di accadimenti e sentimenti che non si potevano ignorare. Se il Cristianesimo
ha cercato di portare ordine tra la naturale attitudine umana a creare storie e
a dare un volto alla paura, è anche vero che la religione è servita non tanto
come sonnifero quanto a scintilla abile a far nascere vere e proprie psicosi
collettive… che posso assicurarvi essere arrivate in un tempo a noi molto ma
molto vicino.
Gesù Cristo è risorto, negare la resurrezione come
fatto significava minare le fondamenta del credo che cercava di tenere stretta
nel controllo l’Europa di ogni epoca. La necessità non era negare l’esistenza
dei “non morti”, ma riunire religione, folklore e immaginario collettivo sotto
un pensiero completo, accettabile, almeno per chi voleva detenere il potere
della mente delle genti.
Dom Augustin Calmet credeva fermamente nei vampiri. Il
fatto che lui fosse un frate dell’ordine benedettino non lo riparava dagli
occhi dell’Inquisizione o della paura insita nel suo stesso cuore. Lui si
limita ad esporre un “problema”, non spiega ma descrive, riassume e tenta di
mettere ordine.
Il frate francese visse a lungo, ben ottantacinque
anni. Scrisse molte opere di carattere storico e una versione commentata della
Bibbia; nel 1746 pubblica Dissertazioni sulle apparizioni degli Spiriti e
sui Vampiri, o redivivi, di Ungheria, Moravia e Silesia. Il volume di
Massimo Mayde fa riferimento all’edizione italiana del 1756, stampata da Simone
Occhi a Venezia.
Già dal titolo delle Dissertazioni potete
intuire la portata del fenomeno. Nelle Americhe si sarebbero cacciate streghe
vere o presunte, in Italia si cercava di sanare un male sempre più capillare
nel suo insediarsi, nel resto dell’Europa si cacciavano “vampiri” accanendosi
su sepolture e sepolti. Già dalla meta del Settecento si vendettero persino Kit
atti a facilitare l’operato dei cacciatori di “non morti”, arricchendo ogni
valigetta con ciò che la situazione e la cultura locale richiedevano.
Sicuramente non vi era solo volontà di protezione ma anche un sano sfruttamento
materiale di un qualcosa che aveva evidente diffusione, se ci si poteva
guadagnare. E se io e Massimo vi dicessimo che l’ultima eclatante caccia è
avvenuta negli anni Settanta del secolo scorso? A Londra, nel cimitero di
Highgate, Sean Manchester e David Ferrant scatenarono una lotta indirizzata al
Principe delle tenebre. Il 13 marzo del 1970, una folla inferocita si abbatté
contro i cancelli di Highgate; le forze dell’ordine nulla poterono contro i due
cacciatori i quali riuscirono ad entrare e operare scoperchiando tombe e piantando
paletti. Questo racconto, anzi… questo documento ci deve far convincere della
necessità perpetua di non ignorare le ombre per continuare a operare nella luce;
o dovremmo, comunque, bilanciare in noi il naturale sentimento della paura e renderci
abili a sopportare eventi luttuosi o poco intelligibili con la forza dell’anima
e della ragione. Forse oggi sapremmo meglio bilanciare questi due elementi? Dipende
dal libero arbitrio, dalla facoltà di scegliere che tanti avvicinano a un dono
che potrebbe venire solo dal MALE. Ascoltiamo… impariamo ad ascoltare. Magari
Massimo vi farà uscire qualche sorriso, a me non è scaturito; io credo che la
questione sia ed è sempre stata piuttosto seria.
“Io
scrivo solo per gli Spiriti ragionevoli, e non prevenuti, i quali seriamente, e
a sangue freddo esaminan le cose; parlo solamene per quelli, che non danno il
loro assenso alle verità conosciute se non con maturità; che sanno dubitare
nelle cose incerte; sospendere il loro giudizio nelle dubbiose; e negare ciò,
che manifestamente è falso. Riguardi ai pretesi spiriti forti, i quali per
distinguerli, e renderli a tutti gli altri superiori negano tutto, io li lascio
nella sfera della loro elevazione […]”
Dom Augustin
Calmet
Non abbiate timore, grazie al buon frate potrete, in primis,
trovarvi tra gli angeli e gli spiriti buoni… a patto che il Creatore abbia
volontà di renderli visibili. Almen così si dice: essi sono incorporei e solo
in rari casi si manifestano. Sì, dovrete mettere da parte molto dell’immaginario
da catechismo e da iconografia a cui siamo tutti abituati. Qui si parla di
molte culture e altrettante religioni; la lettura di Calmet non è facile ma l’avvento
di Massimo a metà del volume può ricondurvi su più concisi contenuti che concedono anche una migliore possibilità di comprensione di film
contemporanei assai famosi, o aiutarvi nella lettura dei capolavori gotici che poi
potrebbero apparirvi in uno spessore ben più considerevole e ricco di nuovo
magnetismo.
CONSIDERAZIONI SULL’OPERA
«Inoltre, questo non vuole essere un libro scontato che tra un paletto di frassino e una bomba all’aglio infila il capitolo dedicato a capolavori come Dracula di Bram Stoker e Carmilla di Le Fanu per poi passare a Intervista col Vampiro di Anne Rice per poi infine scendere prepotentemente di livello con “distutibilissime” pellicole dal sapore più patinato con tocchi “soap” che di lercio sudario.»
Nella prefazione, Massimo mostra subito il suo appeal
sicuro e duro, come ci aspetterebbe da un cacciatore dell’occulto di razza. In
realtà, con queste parole che possono sembrare un po' giudicanti, si vuole dire
la cosa più importante. Massimo sentenzia che “IL VAMPIRO È UN MOSTRO. PUNTO”.
Ormai si vedono licantropi innamorarsi e accoppiarsi
in modi impietosi… vampiri assumere qualunque tratto possibile, soprattutto se
quest’ultimo è sensazionalistico e lontano dai fatti veri, generati da storie
altrettanto vere perché hanno creato reazioni. L’occulto è una cosa seria.
In questo libro è giusto che si parta con un trattato
specifico di parecchie lune fa… così possiamo capire che ciò che adesso è puro
intrattenimento una volta era una questione di VITA o di MORTE.
Restituiamo dignità a chi ha lasciato la terra dei
vivi perché considerato troppo diverso da poter essere umano, a chi ha girato
il mondo cercando di cacciare il male, a chi si è infestato con le polveri delle
biblioteche di tutta Europa per tentare di creare un supporto “scientifico” all’uomo
che deve salvarsi dalla fiamme della dannazione, o dalle grinfie assassine di
un essere malvagio: sì, non si parla di pure fantasie ma di atti perpetrati da
mani umane, poi se la colpa è stata data al Diavolo… beh si sa che la responsabilità
scaricata su altri pare tranquillizzare i più.
Nel volume si parla molto di vampiri, ma si passa
attraverso la notte scrutando anche lupi mannari, demoni che cercano la loro
forma per unirsi carnalmente con gli umani; si può avvertire il freddo brivido
che precede il sorvolare soave o l’inquieto dibattersi di un fantasma. Non dimentichiamo
le streghe: è anche accennato il problema di come queste potessero raggiungere
il luogo del sabba, anche se pare che la maggior parte di esse non si muovesse
affatto. Se unguenti ed erbe possono farti vedere o raggiungere qualunque cosa…
non si può ignorare la cronaca. Nell’ultima parte del volume vengono riuniti
diversi fatti avvenuti realmente.
Ogni argomento è trattato brevemente ed è corredato di
stupende illustrazioni che mostrano pagine di antichi trattati, foto di persone
vere, disegni che mettono in forma informi timori. Le illustrazioni
sono tutte in bianco e nero; alcune si presentano più grandi, altre come piccole apparizioni sugli
ampi margini del libro. Quest’ultimo punto l’ho particolarmente apprezzato non
solo perché richiama un aspetto di “tempi andati” ma anche perché è, in senso
pratico, utile. Gli spazi bianchi lasciano al lettore la possibilità di
appuntare, di apporre informazioni magari andate a cercare altrove… beh, il dubbio
è sempre sano, secondo me. Possiamo creare il nostro personale manuale dell’occulto,
se vogliamo. Restando sempre sulla praticità, posso affermare che il libro in
questione è un valido punto di appoggio per chiunque ami la letteratura dell’orrore,
nelle diverse declinazioni. A volte non si capisce perché Dickens tratti di
fantasmi in un modo e un film del 2019 ce li mostri in un altro. Non
comprendiamo perché quel preciso romanzo abbia avuto tanto successo e, alla
fine, definiamo una lettura “un capolavoro” anche perché cerchiamo di ricondurci
all’opinione comune. Il volume di Massimo può aiutare ad orientarsi, capire,
formarsi su argomenti che non sono facili da riassumere in maniera completa ma
ci si può comunque infarinare di chiarezze e formazione marginale sull’argomento.
La scrittura di Massimo è diretta, quasi
giornalistica. Però… non manca di cedere alla volontà di toccar con mano la spalla
del lettore, dato che ad esso si rivolge spesse volte. Ogni tanto ho percepito un tono
dissacrante e mi è sembrato quasi cozzare con la
dichiarazione iniziale che vi ho riportato a monte.
Sicuramente l’autore ha una forte personalità e come
tutti i “cacciatori del mistero” che abbiamo potuto scorgere in film, fumetti o
libri… anche lui è un tipo stravagante e forte delle sue convinzioni e della
sua missione. A volte, forse, la forza sfiora la polemica. Ma credo che questo
vada rispettato perché ognuno presenta il proprio lavoro secondo il modo personale,
il ritmo del proprio battito cardiaco e la propria velocità di pensiero.
Massimo pensa velocemente e scrive molto. Tanti argomenti non citano creature o
leggende che sarebbe stato opportuno magari menzionare; poi, però, penso che questo
libro sarebbe diventato enorme e illeggibile. Il lavoro di Massimo Mayde va
visto nel suo complesso: se non vi parla del “monaciello” in merito alle
paralisi notturne siate certi che potrete trovare qualcosa sui suoi social o nel
canale di Youtube. Dobbiamo un po' cercare di stargli dietro. Posso affermare
che una pubblicazione indipendente di tal genere sia un lavoro importante e ammirevole. Cercate di non farvi influenzare troppo dal fascino di
Massimo… trovate la vostra personale missione.
Riguardo al target di pubblico vi rimando alle parole
di Calmet che vi ho riportato nella parte introduttiva.
Buona lettura!
Ringrazio Massimo per avermi inviato il suo libro.
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