DI
HENRY DAVID THOREAU
Ph Francesca Lucidi- Anno di Pubblicazione 2018 (or. 1849)
- Tradotto da Alba Bariffi
- Casa Editrice Garzanti
- Prezzo edizione cartacea €4,89
- Prezzo ebook €0,99
- Num. Pagine 58
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DALLA DESCRIZIONE EDITORIALE
«La disobbedienza civile, il più noto tra gli scritti di Henry Thoreau, sancì l’affermazione della lotta non violenta come forma di opposizione al potere. Pubblicato nel 1849, suscitò l’entusiasmo di Tolstoj e raccolse poi il plauso e l’adesione di alcuni dei maggiori pensatori del Novecento, da Gandhi a Martin Luther King. Ma la sua ragione fondamentale, ovvero la critica costruttiva del libero cittadino nei confronti dello stato, è ancora al centro del dibattito delle idee e fa di questo pamphlet un grande classico del pensiero politico.»
L’AUTORE
Per la biografia di Henry David Thoreau, rimando ad un post precedente. CLICCA QUI PER LEGGERLA
LA PREZIOSA EREDITÀ DEL PENSIERO DI THOREAU
Thoreau è il padre dell’ecologismo e della lotta non violenta: a proposito della profonda teorizzazione dell’autore intorno al valore della Natura rimando al precedente post su VIVERE SECONDO NATURA (tratto dal Walden). Nel presente contenuto si affronterà anche il racconto di figure storiche che hanno segnato l’incarnazione e il successo dei coraggiosi comportamenti scaturiti da un approccio ribelle e rivoluzionario dai tratti non violenti, di cui LA DISOBBEDIENZA CIVILE ne è il capostipite. Nell’edizione è incluso anche il discorso IN DIFESA DEL CAPITANO JOHN BROWN.
LA DISOBBEDIENZA CIVILE
Introduzione
Thoreau propone un modello di comportamento sociale, strettamente indirizzato in primis all’individuo e non alla massa, volto a contrastare il mal governo, la vessazione, lo schiavismo e la pressione che in generale uno stato, anche una democrazia, rivolge al cittadino in nome di un bene di maggioranza che finisce per trasformarsi nella totale assenza di responsabilità e sensibilità morale da parte del singolo.
Thoreau, convinto antischiavista e pacifista, pronunciò un discorso presso il Concord Lyceum, il 26 gennaio del 1848. Il testo fu dato alle stampe l’anno successivo, con il titolo di RESISTANCE TO CIVIL GOVERNMENT: il titolo oggi noto fu attribuito all’opera solo dopo la morte dell’autore. Le motivazioni che spinsero Thoreau a parlare liberamente del fallimento di quel cieco affidamento allo stato trovano giustificazione dalla stessa reazione dell’autore verso la situazione politica e sociale del tempo: gli stati Uniti erano in guerra d’espansione con il Messico, conflitto che portò all’annessione del Texas; gli schiavisti difendevano la propria posizione su più fronti e gli antischiavisti pronunciavano lodi alla libertà riempiendosi le cucine di servi e pagando tasse volte a finanziare azioni violente verso il prossimo loro.
Thoreau teorizza qualcosa di nuovo, molto diverso da una “rivoluzione” in senso stretto: egli rifiuta categoricamente l’uso della violenza. Lo scopo non è sconfiggere a tutti i costi un nemico ma riunire sotto un ordine morale libero, benefico e benevolo, tutti gli uomini e le donne; ciò è raggiungibile secondo l’atto di convincere, non sottomettere, e di spingere a una, appunto, resistenza che apparirà del tutto naturale una volta che ci si riapproprierà dei diritti elargiti dalla natura e non dal processo di, presunta a suo parere, civilizzazione. Il programma d’azione di Thoreau nasce in totale ottica trascendentalista: la promozione della libertà del singolo e la forte fiducia per lo spirito di ognuno si giustifica dalla sostanza che esso condivide con l’Anima Universale. L’Io individuale, parte di un Io Universale che tutti permea, riscatta il proprio diritto alla decisione non in ottica egocentrica ma in una generale bonifica, in ottica morale non prestabilita da un organo dall’alto, del comportamento, e in primis della mente e dello spirito, che esula dalle prescrizioni della legge. Si infrangono le regole se esse sono sbagliate per l’uomo “buono” che osserva il mondo con occhi liberi e respiro indipendente, ma si deve essere disposti a gestirne e subirne le conseguenze. Molte persone sono sedute sulle spalle degli altri, dice Thoreau, accorgersi di come noi non avanziamo e di come chi sta sotto il nostro peso sprofonda è il vero sguardo della bontà. Tutto è fermo e il progresso è paurosamente solo decantato ma mai davvero sfiorato. I buoni propositi restano tali, da quando vengono abbandonati presso una sessione di voto elettorale dove si incaricano altri del lavoro che dovrebbe riguardare ogni persona, sempre.
Il Mondo è quel tempio mistico dove la religione non è gerarchia ma uguaglianza, dove il governo è in primis autogoverno, dove la transustanziazione passa da cuore d’uomo a cuore d’altro uomo perché essi sono della stessa sostanza. Il miracolo non è mera speranza ma solo prodotto dell’azione: ogni fatto, benché piccolo, è fatto per sempre.
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DENTRO LA DISOBBEDIENZA CIVILE
Il nemico è dentro le nostre stesse case:
“Perché il nostro nemico è la quasi universale legnosità di testa e di cuore, la mancanza di vitalità dell’uomo, che è l’effetto del nostro vizio; e da qui nascono paura, superstizione, fanatismo, persecuzioni e schiavitù di ogni sorta, con il fegato al posto del cuore.”
L’uomo è attore principale all’interno del sistema “vita”: ognuno, con ogni azione che compie in virtù di una forma di pensiero individuale, condiziona ciò che accade intorno… a tutti gli altri.
Si potrebbe pensare che la democrazia implichi un certo coinvolgimento nella vita dello Stato di chi dentro vi vive; in realtà, il votante pone delega ad una struttura chiusa, coscientemente chiusa. La modalità con cui si da atto alla propria volontà diviene un sistema di abusi, permesso da chi ne subisce lo scotto più grande. Ma il cittadino, l’uomo, svende la propria responsabilità in nome di una tranquillità, di un riposo dell’anima che diviene una irrequietezza che soggiace in una inconsapevole sofferenza fatta di dipendenza, inutilità, colpa. Le persone sono nate per essere libere, e solo questo è il vero riposo dello spirito. La libertà però costa: il governo non ha sempre la flessibilità per mettersi in discussione, analizzare, giudicare lucidamente e modificare una direzione, se ciò non conviene o se tra i pochi che governano ce ne sono solo pochissimi che agiscono nel bene.
“Il miglior governo è quello che governa meno.”
E chi con il proprio voto ha costituto una minoranza che si maschera da maggioranza, mette in mano al caso il proprio destino e quello di tutti gli altri. Non basta una sessione di votazione per affrancarsi dalla responsabilità personale e sociale, e neanche dai propri problemi.
Thoreau sottilmente osserva:
“L’unico voto che può accelerare l’abolizione della schiavitù è quello di colui che con il voto afferma la propria libertà.”
Rispetto al concetto e alla giustificazione di “maggioranza”, l’autore pone la coscienza:
“Non è sbagliato dire che una comunità costituita non ha coscienza; ma una comunità di uomini coscienziosi è una comunità dotata di coscienza.”
“Qualsiasi uomo più giusto dei suoi vicini costituisce già una maggioranza.”
Perché delegare a una forza esclusivamente quantitativa? Egli si chiede a quel punto a cosa serva, quindi, avere una coscienza.
Thoreau, però, non invoca un’anarchia ma un ordine di libertà, responsabilità, lucidità di cuore:
“Io non chiedo da subito l’assenza di governo, ma da subito un governo migliore.”
Lo Stato non è una macchina perfetta, anche perché le macchine stesse non sono un buon esempio. L’uomo assoggettato all’ingiustizia, come un soldato che senza la volontà personale di andare a morire diventa egli stesso solo un’arma, sta senza occhi e senza nome.
Chi serve lo stato lo fa facendosi strumento, perdendo la propria natura e così portando a sé e ai posteri una morte in vita che scivola velocemente verso una dipartita che non ha mai realmente conosciuto il suo opposto.
Thoreau fa sua una citazione di Shakespeare che riporta d’esempio:
“Sono di nascita troppo illustre
per essere proprietà di qualcuno
Per essere secondo nel comando
O l’utile servo
E strumento di una qualsiasi sovranità al
Mondo.”
(dal Re Giovanni)
Ma come fa lo Stato a tenersi stretti i cittadini? Beh, sono essi stessi a consegnarsi perché in totale dipendenza da esso. Il gioco perverso è nella graduale snaturalizzazione e sfiducia personale subita passivamente dall’individuo, che lo ha portato a far parte di un sistema nel quale non sa costruirsi una casa, si fa schiavo e strumento per mantenere lussi di cui non ha bisogno; vive nella paura di perdere i propri privilegi che non sono altro che una gabbia mascherata da deliziosa abitazione ammobiliata di tutto punto.
È però giusto tenere in piedi un sistema di organizzazione di cui tutti godono, senza differenze. A tal proposito, Thoreau era ben felice di pagare la tassa per la manutenzione delle strade, ma non altrettanto accondiscendente riguardo ad altre imposte.
Durante l’isolamento al lago Walden, dove l’esperimento della suddetta indipendenza e del rapporto mistico e familiare con la natura prendono sostanza, Thoreau venne raggiunto da un esattore e finì irrimediabilmente in prigione, per una sola notte, nel 1846. La cauzione di una zia lo portò fuori dalle sbarre, ma l’esperienza gli rimase attaccata nella coscienza mentre guardava come gli amici si disperdono facilmente nei tempi difficili. Poi un pensiero, una possibilità:
“Se l’alternativa è fra tenere in prigione tutti gli uomini giusti e rinunciare a guerra e schiavitù, lo stato non avrà esitazione su cosa scegliere.”
Tramite le tasse il governo chiede di essere riconosciuto, ma la disobbedienza non inneggia a falsificare una dichiarazione dei redditi per essere poi più ricchi alle spalle di un altro componente di una comunità. La ricchezza, tra l’altro, è la catena più solida che lega allo stato. Le cose possedute rendono paurosi, dipendenti, egoisti.
Thoreau immagina tante persone che mettono la testa nel fuoco, prendendosela poi solamente con le fiamme.
E il povero esattore? Dovrebbe dimettersi.
“Quando il cittadino ha ritirato la propria fedeltà e il rappresentante si è dimesso dall’incarico, allora la rivoluzione è compiuta.”
Si aspetta, gli antischiavisti non fanno che inneggiare a tempi più maturi. Mentre le navi negriere vedono precipitare da esse corpi senza vita. Il tutto per un sistema mantenuto da altri negrieri, quelli che Thoreau chiama i “negrieri di sé stessi”.
Invece di riconoscere uno stato smettendo di riconoscersi è necessario un processo inverso:
“Non esisterà mai uno stato davvero libero e illuminato finché lo stato non arriverà a riconoscere l’individuo come potere più alto e indipendente, dal quale deriva tutto il suo potere e la sua autorità.”
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FIGURE STORICHE A TESTIMONIANZA DELLA BUONA DISOBBEDIENZA CIVILE
THOREAU
“Non importa quanto piccolo possa sembrare l’inizio, ciò che è ben fatto una volta è fatto per sempre.”
Queste le parole di David Thoreau, ed egli stesso partecipò all’Underground Rail Road, un sistema di fuga segreto per gli afroamericani ridotti in schiavitù.
GANDHI
Contro la tassa sul sale indiano e il SALT ACT, il 13 marzo del 1930 Gandhi e settantotto volontari percorsero 385 Km fino al mare. Lungo il tragitto molte altre persone si unirono per combattere l’obbligo all’acquisto del sale britannico imposto agli indiani. Gandhi si bagnò nel mare, raccogliendo il sale a dimostrazione di come il sale fosse un bene disponibile e gratuito. Questa marcia diede la spinta ad altre azioni che determinarono l’indipendenza dell’india.
ROSA PARKS
Denominata come MOTHER OF CIVIL RIGHTS MOVEMENT, Rosa Parks, il 10 dicembre del 1955 a Montgomery in Alabama, si rifiutò di lasciare il posto a sedere su un autobus ad un passeggero bianco, data la separazione delle sedute e l’obbligo per i neri di lasciare il proprio posto qualora un bianco si fosse trovato con i posti destinati occupati. Rosa Parks fu incarcerata, anche se poi rilasciata su cauzione.
Di risposta, Jo Ann Robinson, presidentessa della Women’s Political Council, fece circolare dei volantini che invitavano al boicottaggio dei mezzi pubblici della città. Lo stesso Martin Luther King, venuto a sapere dell’iniziativa, diffuse il messaggio. In molti si unirono alla protesta, inclusi i tassisti che abbassarono i prezzi. Molti pullman si fermarono e la città restò paralizzata per più di trecento giorni.
Nel 1956, il caso di Rosa Parks arrivò alla Corte Suprema, la quale stabilì all’unanimità l’incostituzionalità della segregazione sugli autobus pubblici dell’Alabama.
MUHAMMAD ALI
Nel 1966, Muhammad Ali si rifiutò di essere arruolato nell’esercito, mentre gli Stati Uniti erano impegnati nella Guerra del Vietnam. Fu arrestato nel 1967 e condannato ad una pena di cinque anni. La licenza da pugile gli fu revocata, ma la Corte Suprema annullò la sentenza quattro anni dopo.
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