UNA GUIDA IN 12 PASSI PER SMETTERE DI EVITARE POSTI, DI FARSI ACCOMPAGNARE OVUNQUE E TORNARE A UNA VITA NORMALE
di
Emanuele Palagi
Edizione 1°
Editrice Indipendently Published
Prezzo di copertina €10,40 per l’edizione cartacea
Copertina flessibile
GRATUITO SU AMAZON PRIME READING in FORMATO KINDLE
Pagine 108
DALLA QUARTA DI COPERTINA
“Molte persone lottano ogni giorno con la paura di avere un attacco di panico. La loro vita e quella dei loro familiari è condizionata dall’ansia e dalla paura. Che fare?
[…]
Come funziona un attacco di panico? Come riuscire a superare la paura? Evitare alcune situazioni è la giusta strategia? Come possono i miei familiari e amici aiutarmi a stare meglio? Troverai la risposta a queste e a molte altre domande.”
I TEMI
Una guida, un quaderno di esercizi; un volume che si affianca a chi si trova a dover fronteggiare l’ansia e il panico direttamente o indirettamente. Spiegazioni semplici e immediate che, attraverso il metodo della psicologia cognitivo-comportamentale, accompagnano il lettore nella consapevolezza dei meccanismi disfunzionali che regolano pensieri e azioni in cui molte persone che soffrono di disturbi d’ansia si trovano imprigionate. La missione è non far sentire soli, far comprendere senza spaventare: tenere vivo l’entusiasmo e la motivazione del lettore facendolo innanzitutto sentire assolutamente “normale” in un disagio che, seppur invalidante, è superabile. I mezzi potenti degli esercizi e della scrittura si propongono di smontare le catene dell’ansia e della paura per una vita nuova di cui ci si può sentire meritevoli e responsabili.
Un linguaggio divulgativo che si rivolge alle persone comuni. Si può riacquisire la straordinarietà di una vita di cui essere padroni, con fiducia.
L’AUTORE
Emanuele Palagi è psicologo, consulente sessuologo e psicoterapeuta specializzato in terapia cognitivo-comportamentale. Svolge attività clinica in Versilia con adolescenti e adulti.
Per altre informazioni www.emanuelepalagi.com.
SEDIAMOCI, RESPIRIAMO, PRENDIAMO CARTA E PENNA
Capire e agire
“Nel mio lavoro di psicoterapeuta incontro sempre più frequentemente persone che stanno male e hanno una vita limitata dall’ansia. Non hanno però, paura di un esame o di un cane o insetto, ma hanno il terrore di avere un attacco in cui possono:
- avere un infarto;
- svenire;
- rimanere soffocati;
- fare una figuraccia davanti agli altri;
- perdere il controllo.
Tutte queste persone hanno imparato a limitare la propria vita con l’unico obiettivo di diminuire le possibilità di sperimentare queste sensazioni.
Giorno dopo giorno le cose sono peggiorate e il loro spazio di manovra si è ridotto moltissimo.”
Il termine emozione deriva latino emovére (“ex”, ossia “fuori” + “movere”: muovere); pertanto l’emozione è un moto, uno scuotimento. È lo stato che deriva dalla reazione dell’organismo a percezioni e rappresentazioni. Le emozioni sono il frutto di un’evoluzione del nostro sistema nervoso che ha portato al nostro stato di “sapiens”, in realtà. Forse abbiamo così velocizzato il nostro evolverci da aver preso quelle straordinarie risorse che sono le emozioni ed averle trasformate in spauracchi orribili e pericolosi, almeno per chi se ne trova sopraffatto.
Anche l’ansia e la paura sono funzionali al nostro benessere: sono protettive e stimolanti, fanno reagire a un potenziale pericolo o alzano la performance grazie a una preparazione e una pianificazione spinte a uno scopo. L’ansia generalizzata, però, perde la sua utilità nel momento in cui supera una soglia di allarme che ci fa come inceppare, diventare un meccanismo incastrato non più regolato a un funzionamento ma solo moto perpetuo senza controllo, agitazione fine a sé stessa.
Che ruolo hanno le emozioni? Beh, partiamo dal pensiero. Il pensiero influisce sulle emozioni, o meglio sul nostro modo di interpretarle e immagazzinale; le emozioni fanno leva sul comportamento modificandolo; i comportamenti vanno poi a rinforzare i pensieri che hanno dato origine a questo circolo vizioso che si accartoccia su sé stesso. Detto questo, sarete delusi nel non leggere che sono gli eventi a determinare strettamente i disagi psicologici. Ciò che accade è un input viene da noi preso e “interpretato”: la realtà oggettiva è un po' una chimera…
Le strutture e costruzioni cognitive dell’individuo sono ciò che fa la differenza tra un problema e il nostro tracollo.
La psicologia cognitivo-comportamentale è proprio l’approccio che va a tirar fuori il paziente da quel maledetto circolo vizioso di cui abbiamo appena parlato. In tutto ciò, ovviamente, ha una sacra importanza la collaborazione tra terapeuta e paziente. Questo tipo di aiuto va proprio a comprendere e modificare la relazione tra i pensieri, le reazioni emotive e i comportamenti messi in atto in determinate circostanze; i mezzi utilizzati sono la messa in discussione delle convinzioni malsane radicate, l’apprendimento di nuovi modi di risposta, e l’esposizione graduale alle situazioni temute. Attraverso il fare si condiziona il pensare, e viceversa. Se è nato prima o l’uovo o la gallina… beh interessa che noi siamo i padroni dell’uno e dell’altro, quindi, alla fine si possono avere entrambi anche nello stesso momento… perché abbiamo parecchie galline nel nostro pollaio.
Chi soffre di panico ha oltrepassato un limite che ormai non è neanche più visibile. La paura fa agire davanti a un pericolo immediato, l’ansia entra in gioco contro un pericolo futuro o presunto. Chi è incastrato nell’ansia non sa esattamente cosa sta cercando di prevenire: tutto e nulla direi… e io lo so bene. Allora, se non fossimo “sapiens” agiremmo principalmente per un “qui e ora”; ma la nostra evoluzione nervosa ci ha permesso di pianificare, di agire pensando a un dopo. È proprio in virtù di una promessa futura, possibile e realizzabile che questo libro aiuta in esposizioni che faranno uscire da zone di comfort solo illusivamente confortevoli.
RECENSIONE BREVISSIMA, DATO CHE QUI CI SI DEVE CONCENTRARE SU DI… TE!
Prendete carta e penna perché il percorso implica di scrivere, analizzare, dialogare.
La lettura non vuole sostituirsi alla terapia con uno specialista, ma dato che spesso c’è reticenza, dubbio; poco tempo o pochi soldi, direi che questo libro è un buon modo per capire l’esterno e l’interno, per riappropriarsi di una consapevolezza che sa passare all’azione.
Unica pecca? Forse a volte la punteggiatura avrebbe avuto bisogno di una revisionatina.
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