Una Ballata
Testo
di Valentina Lini
Illustrazioni
di Alessia Ferretti
INTRODUZIONE
Edito da Balena Gobba Edizioni nel 2020, questo albo
illustrato è un’opera d’arte, è un retaggio, è un prezioso tesoro di tradizione
e raffinatezza; si fruisce avvertendo un tocco di oscuro fascino.
Il volume ha un formato quasi quadrato, la copertina
rigida e nera ci accoglie in un catalogo di esperienze visive, sensoriali, intense.
Resti stupito anche solo guardando la copertina: è un dossier d’arte su Chagall?
No, è un invito a sedersi alla luce di un fuoco, perché le fiamme ricordano l’inferno
ma paiono saperci proteggere quando una storia inizia a bussare alla porta per aguzzare
il cervello e far tremare la seggiola.
Ci troviamo a Venezia, dove il noto ponte di Torcello
promette di rubarti l’anima… la notte del 24 dicembre.
CENNI STORICI
Torcello è una piccola isola della laguna nord di
Venezia, fu sede vescovile dal secolo VII al secolo XVII. In passato fu noto
per i commerci marittimi e l’industria della lana. Rispetto all’antichità, ora
conta una stretta cerchia di abitanti.
Un’unica via principale attraversa l’Isola, seguendola
si arriva al famoso Ponte del Diavolo, solo quest’ultimo e il Ponte Chiodo a
Cannaregio mantengono la struttura originaria senza parapetto.
Il Ponte del Diavolo
Le origini paiono risalire al secolo XV, anche se
alcuni studi hanno evidenziato fondazioni preesistenti riconducibili al XIII
secolo. Oltre alla sua suggestiva bellezza, il Ponte offre numerosi interrogativi
circa le origini del suo nome. Alcuni sostengono che il ponte portasse verso i
palazzi di una nobile famiglia chiamata “Diavoli”, altri sostengono che la nobile
casata si fosse solo guadagnata questo soprannome poco rassicurante; la motivazione
che più ci affascina è, ovviamente, quella legata alla leggenda di un patto e
di una sorta di maledizione che pare aleggi la notte di Natale.
LA LEGGENDA
La dominazione austriaca posò la sua mano su Venezia
per lungo tempo, durante il XIX secolo. L’amore, si sa, non conosce confini e
si dibatte sempre all’ombra dell’odio. Una giovane si innamora di un austriaco,
ma la famiglia non approva. La sorte infierisce portando la morte all’uomo
tanto amato dalla ragazza; diverse versioni vengono riportate riguardo questa
morte, parrebbe anche che l’austriaco sia stato vittima di assassinio.
L’amore cerca sempre di soggiogare ogni altra forza, anche
quella della morte. Dietro consiglio, chi dice di un amico di famiglia, chi di
un’amica, l’innamorata si reca da una strega.
La strega fa un patto con il Diavolo: l’ufficiale
austriaco in cambio di sette bambini, non svezzati ma battezzati. I tre si
incontrano sulla laguna, la ragazza porge una moneta al Diavolo… che getta una
chiave nell’acqua. Ecco che l’amato dalla morte ritorna e sta sul ponte, in
attesa della sua bella.
La strega deve mantenere il suo patto. Durante la notte
qualcosa accade: chi dice “ammazzata”, chi dice “incendio”; il Diavolo non ha
avuto le sue anime. Così, da quella notte, camuffato da gatto nero, il Diavolo
sta sul Ponte, la notte del 24 dicembre, in attesa della strega e del pagamento.
Le anime che di lì passano potrebbero così finire per saldare il patto.
Sui due giovani c’è chi sussurra che son scomparsi.
IL
PONTE DEL DIAVOLO
Una
Ballata
Ph Francesca Lucidi
Prendere
in mano una leggenda nota è rischioso, è come avere tra le dita una sfera di
vetro unica nel suo genere: mille sono le sfaccettature, tutti vi si possono specchiare,
maneggiarla troppo rischia di farla rompere. Qui le mani sono state sapienti,
hanno filtrato l’oscurità e la storia per creare materici colori che incantano,
come farebbe una magica cantilena.
Il testo balla come fiamma… è qualcosa che canta da sé,
in strutture strofiche multiformi che guizzano attraverso le suggestioni sonore
e le rime. Le parole diventano una voce, fatta delle tante voci che hanno
sussurrato questa vicenda. Vien voglia di alzare la veste e cantare la storia
di Isotta, del Diavolo, dell’Austriaco; e del Ponte e della Strega alla luce
della luna. Qui ogni cosa pare poter essere toccata, grazie a uno stile grafico
materico, pittorico. Sembra di guardare opere d’arte Medioevale, pare scorgere strane
pitture rudimentali campeggianti in grotte dal santo nome; poi scorgi Goya, poi
ti perdi nel simbolismo.
Una leggenda, nel suo passare di bocca in bocca, perde
e acquista veli e orpelli. I punti più oscuri qui vengono lasciati all’oblio, o
vengono raccontati scegliendo una versione delle tante. Ciò che fa la differenza
è il moto di questo volume: è vorticoso grazie alle illustrazioni, ma anche nobile,
composto, spirituale.
Le parole possono restar ben leggibili su uno sfondo
chiaro, mentre illustrazioni passanti abbracciano le pagine. Altre volte,
aperture prepotenti lasciano spazio a piccoli versi che danzano sull’onda di colori
e forme ipnotiche.
Magistrale la rappresentazione del rito della strega, dove diversi momenti vengono resi nella stessa illustrazione con una moltiplicazione della protagonista che pare muoversi davanti ai nostri occhi. Ecco che avvertiamo una formula magica, e sentiamo l’aria spostarsi ai movimenti della gonna e degli strumenti della fattucchiera.
Ph Francesca Lucidi
Poi un viso affascinante e
affusolato, chi sarà? Ascoltare quell’elegante signore può costare assai caro…
Ph Francesca Lucidi
È normale pensare alla notte della Vigilia come a un
momento di presenze, di movimento sovrannaturale. La leggenda nacque mentre si
affacciavano al mondo molti spettri natalizi. Ricordate Dickens, Jerome? Ne
abbiamo già parlato, ma potrete ricercavi qui sul blog gli ectoplasmi di
contenuti passati e non troppo lontani.
Alla fine, capirete perché di ballata si tratta: un tenebroso
ritornello vi riporta all’inizio, perché accadrà, sì accadrà ancora!
Ph Francesca Lucidi
Amanti dell’arte, delle leggende, della magia… come
non dirvi di regalarvi questo libro così pieno di personalità, così ben
identificabile, di carattere. Io lo leggerò ad alta voce, e sono sicura che chi
mi ascolterà non resterà indifferente. Sembra di vedere note che saltano nella
penombra dell’imbrunire, e le forme saltano fuori dalla pagina per pregare, piangere,
girare e girare.
Avete mai trovato una chiave in un corso d’acqua? Cosa
mai avrà chiuso… o aperto.
Ringrazio la casa editrice per avermi dato la
possibilità di avere questo libro così prezioso. Mi è piaciuto davvero molto.
Grazie!