BUCANEVE NEL REGNO SOTTERRANEO
Img. Francesca Lucidi |
INTRODUZIONE
Bucaneve nel Regno Sotterraneo è un libro di Paolo Fumagalli,
pubblicato da Dark Zone Edizioni nell’aprile del 2018.
Bucaneve può considerarsi un racconto lungo: si svolge esclusivamente intorno a una misteriosa e oscura avventura vissuta
dalla protagonista, a un solo nucleo narrativo.
Il tempo in cui si dipana la storia è indeterminato, e ciò
contribuisce a contestualizzare il tutto in un ambiente fiabesco, dalle denotazioni
mutate in senso schiettamente dark. L’autore accoglie il lettore con un’introduzione
che comunica il punto di riferimento dell’intera narrazione: Alice nel Paese
delle Meraviglie. Fumagalli è innanzitutto un fan, un amante appassionato delle
“creature” di Lewis Carroll; e anche dell’immaginario dark contemporaneo
firmato Tim Burton. Fumagalli riflette sulla versione di Alice proposta dal
regista: il film non si presenta come una rilettura in chiave oscura della
storia di Carroll, o del film Disney, ed è più un sequel autonomo che
forse ha mancato le aspettative di Fumagalli.
L’autore di Bucaneve cerca di dare vita al suo desiderio
creando una storia che possa partire da Alice per poi giungere in territori più
spaventosi che “meravigliosi”; con un tocco, però, di ironia e assurdo… per non
tradire gli spunti principali del modello originario.
Chi non ha letto Carroll può comunque godere del racconto di
Fumagalli, cogliendone i tratti specifici che, a mio parere, sono i punti
migliori del libro.
TRAMA
Bucaneve è una bimba costretta a letto da qualche tempo: è
affetta da una misteriosa malattia che consuma energie e vitalità… e anche il
colorito, che appare, ogni giorno, più evanescente e spettrale.
La piccola si consola grazie alle amorevoli letture della
madre, che ogni sera la culla tra le storie di un libro ben preciso (evocato e non nominato). La
stanza che racchiude questi momenti è sospesa tra il letto, i libri, uno
specchio e la finestra.
Lo specchio sembra il triste monumento a una Bucaneve divenuta
donna… che non sappiamo se potrà mai arrivare ad ammirare il suo riflesso. Il
letto è protezione e prigione: Bucaneve cerca con tutte le forze di contrastare
la sua debolezza e contempla l’orizzonte da una finestra le cui tende ogni sera
vengono chiuse.
Una notte, però, quelle tende non vengono chiuse… Bucaneve
si alza a fatica e inizia a contemplare i fantasmi dell’oscurità: immagini di alberi
e contorni multiformi che diventano esseri fantastici.
Tra la finestra e lo specchio, a un certo punto, si crea una
sorta di misteriosa connessione: piccoli riflessi (dati dalle stelle?) attirano
la bimba presso la superficie riflettente. Rumori e inquietudini, strane luci e
sentori senza nome. A un tratto lo spazio si dissolve per ricomporsi in
qualcosa che Bucaneve non si sarebbe mai aspettato, e neanche il lettore.
La morte è la seconda protagonista del racconto: anche la piccola
si interroga sulla relazione che intercorre tra la morte, il sonno e il sogno…
e questi sono tre elementi che hanno grande considerazione, nel libro e nel “Regno”.
Bucaneve si trova a dover combattere per uscire da un luogo
che riesce a identificare, più o meno, ma non riesce a capire come possa essere
finita proprio lì. A quel punto, inizia il cammino della protagonista in luoghi
tetri, neri e asfissianti. Tutto è confusione e stupore; tra animali parlanti e
saccenti, tra foreste sconfinate e colori sempre vaghi nel loro cromatismo
funereo.
Bucaneve è giunta, chissà perché, nel REGNO SOTTERRANEO. Lei
si chiede cosa sia quello strano posto, e anche noi, leggendo, ci interroghiamo
sulla natura del “trapasso” della bimba.
Tutto, lì, ha un significato, un aspetto e una velocità
DIVERSI… rispetto al mondo “di sopra”.
La protagonista cerca di cogliere i sensi nascosti parlando
con corvi, gatti che fingono di essere neri… e beh sì, anche cavalieri senza
testa.
Come ogni regno ci sono un ordinamento, un ordine/disordine costituito,
e dei governanti. Nel Regno Sotterraneo i cimiteri non sono un luogo silenzioso
e le lapidi sono molto chiassose e chiacchierone; tutto ciò è ammesso ma GUAI a
introdurre dei cani. I cani rosicchiano le ossa e di ossa è fatto qualcosa di
veramente vitale per il Regno.
Bucaneve viene ben accolta da tutti, specialmente da due
streghe mangiabambini, che le offrono una corroborante minestra rossastra. Con
le streghe non si corre nessun pericolo: loro mangiano i bambini, ma solo
quelli cattivi; e mai viene infranta questa regola.
Il percorso della protagonista trova una singolare
evoluzione dall’incontro con il Becchino, e con il suo bizzarro caprone che un
caprone non è. Proprio grazie a questo personaggio, Bucaneve verrà introdotta
alla corte della Regina, la quale è una giocatrice accanita di PALLA MORTA. La
partita, a cui tutto il Regno è invitato, sarà un’importante occasione di
rivelazione: ciò non dall’evolversi della partita stessa ma dalle occasioni
scaturite da una “palla” andata un po' troppo lontana, e da un tiro davvero
pessimo.
Bucaneve chi troverà durante la sua ricerca? E questo cosa comporterà nella narrazione?
Non è chiaro il perché la piccola si trovi lì e quale sia il
senso di molte mutazioni che la piccola subisce durante la sua avventura. Le
risposte non sono confortanti, o forse sì. Solo i cimiteri conoscono quelle
risposte e ce le mostreranno.
ANALISI (E CONSIDERAZIONI)
La narrazione si divide tra il narratore onnipresente, e onnisciente,
e i pensieri e i dialoghi che ruotano intorno a Bucaneve.
La passione di Fumagalli rende sovrapposti il narratore e l’autore;
il tutto partendo da ciò di cui veniamo a conoscenza grazie all’introduzione.
Il dichiarato materiale di partenza è riconoscibile, e crea l’ossatura generale
della storia. Lo stile è razionale, pulito e ordinatissimo; ciò va a porsi dinanzi
alla tempra dark e onirica dei contenuti. Significante e significato sono come un
gatto nero che scrollandosi diventa bianco… anche se, forse, in questa
questione di stile accade il contrario.
Il linguaggio del narratore è serio e al contempo
appassionato; i modi di Bucaneve sono forse troppo simili a quelli del
narratore… tanto che solo le indicazioni grafiche riescono a distinguere le due
voci.
In questo caso credo che, probabilmente, la piccola sarebbe “emersa”
in maniera più forte e peculiare con una costruzione del linguaggio connotata
pensando a lei come ad altro rispetto a un autore adulto, razionale (anche se
appassionato), e nel pieno delle forze. Non è il narratore che parla come il
protagonista ma, qui, il protagonista parla e pensa in modo troppo simile al
suo regista.
Secondo me il racconto è adorabile e le ambientazioni sono
fenomenali; è anche vero che, secondo me, è la veste editoriale a penalizzare il
nobile intento iniziale. A mio parere, Bucaneve merita una Graphic Novel o per
lo meno delle illustrazioni che possano accompagnare e colorare una storia che,
in fin dei conti, è macabra e a volte anche molto triste. Questa scelta
potrebbe aiutare anche nella maggiore centratura del target dichiarato (+7). La
storia è per persone sensibili; ma questi animi inquieti e romantici, forse,
verrebbero carezzati dalla narrazione per immagini che può alleggerire l’impatto
e aiutare enormemente la figura della protagonista, e tutti i personaggi
presentati.
I punti di maggior valore sono quelli che non hanno il
marchio Carroll ma Fumagalli. L’incontro con le streghe è stato
il momento di maggior piacere per la mia lettura. Le descrizioni, che sono il
vero PUNTO FORTE di tutta la storia, sono adorabili; i personaggi hanno il loro
spazio e lo occupano meravigliosamente.
Penso che le illustrazioni avrebbero permesso di affiancare
e dare respiro a una narrazione che a volte vorremmo durasse un po' di più.
Alcuni hanno criticato il finale… io non vedo cosa possa
esserci di assurdo in questa faccenda. Alla fine, si tratta di una fiaba
macabra che si stiracchia e si lamenta in un sonno confuso… sicuramente quel finale
chiamerebbe un seguito; e ciò renderebbe questo cerchio di parole e sale
molto più purificante per gli amari avvenimenti.
L’autore deve credere nel suo solo immaginario, che ha le
sue coerenze e le sue bellezze: non sarà Carroll ma alla fine ai curiosi
interessa qualcosa di mai visto… a volte, almeno a me.
Io spero davvero che ci sarà una nuova edizione e una
rivisitazione della storia; e che si possa pensare a un seguito.
Non vorrei Bucaneve morta (secondo voi lo è? LO SARÀ?).
Consiglio la lettura a chi vuole che le storie “diverse”
abbiano voce. Probabilmente, pensandoci, non proporrei le complesse e
multifocali macabre suggestioni della storia ai bambini di sette anni. Un giovane
adulto dark, nerd, sensibile e curioso penso possa apprezzare questo libro a
pieno.
Buona lettura!