DI
CHARLES BUKOWSKI
- Anno di Pubblicazione 22 gennaio 2015
- Data prima pubblicazione 1977
- Editrice Guanda
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- Pagine 223
- PREZZO EBOOK 6,99€
- PREZZO CARTACEO 11,40€
DALLA DESCRIZIONE EDITORIALE
“Raccolta di testi poetici dalla forte valenza narrativa, L’amore è un cane che viene dall’inferno è l’America miserabile, clandestina e sconfitta che Charles Bukowski ha rappresentato in tutta la sua opera. È tutti i suoi abitanti: falliti, ubriaconi, giocatori d’azzardo, perdenti di ogni genere... Un’umanità cui lo scrittore guarda con ironia intrisa di disperata partecipazione.”
L’AUTORE
Biografia pressoché superflua: “ubriacone”, “sporcaccione”, “feccia”. I più gentili lo definirebbero “un po' forte”. Chiunque sa usare bene aggettivi e indicazioni, etichette… su un uomo che nella sua tarda fama si è portato dietro le etichette societarie e quelle del resto, per scriverci su la verità. Un padre, un puttaniere e uno che tra il buco del collo della bottiglia e quello di un retrocorpo è sceso: down, down. Parlare a chi di lui? Forse solo alle ragazze di quel bordello che leggono le sue poesie, che sanno cosa e come è stato dolce il come, anche nella sporcizia di tutti i giorni portata lontano con vergogna. Quando la cosa più pulita e sincera della società è la nostra immondizia.
UN CANE STA DRAIATO: MORTO O RIPOSA, ASPETTA O NON PUÒ ASPETTARE PIÙ
Un cane sta sull’asfalto, ma bisogna andare, alle corse, a sperperare. E quanti cani stanno sul ciglio della strada, quante vite stanno come il cane; su quanto amore passano sopra ruote e pesi che spappolano.
Un’edizione bella e comoda: ci sono le poesie in italiano e quelle in inglese. Comodo leggerle in un’altra lingua… i più seri diranno per lecito rispetto e adeguata adesione, io dico perché se la lingua è di qualcun altro le cose sembrano riguardarci meno. E poi in inglese le porcate suonano bene.
Nel disastro e tra i tappeti macchiati suona sempre una musica dolce: uno schiaffo sulla carne soda e tonda e Mozart che risuona tra cuori malandati e ubriachi, ma forse più amanti di molti abiti bianchi. La musica non ferisce, mentre il fegato si spappola e la schiena strilla. L’intimità, come direbbero sempre gli educati: ma chiavate la tomba per riportare in vita i morti, lo dice Il poeta. Quando le anime che si scandalizzano dovranno mettere sassi nelle tasche della propria anima per dare qualche consistenza a vite svuotate dagli altri, dalla vita, dall’inferno d’amore che non è dannazione, è solo fuoco e dolore e ottima compagnia.
Buttare via, accanto al cane morto. Ma:
I sensibili sono gli spazzini tra la gente, anche i poeti, anche gli amanti. No, gli amanti sono quelli che cercano sempre di rimettere insieme i pezzi di qualcosa che non è più senza ragioni del cuore ma per ragioni di qualche calcolo venuto male.
Bukowski espelle lerciume, e poi lo dice “È vero sono capace di amare”.
Gemendo e piangendo si gode e si fa schifo. Ma almeno si gode quando in realtà se non lo facessimo saremmo spesso, comunque, destinati a fare schifo ma con abiti di “percalle”. Si chiudono le finestre per gemere, e per piangere.
Sono le donnacce che ti trovano, non sei tu. Forse è quel bambino che ha subito, e quell’acne che ha deformato un volto che da quando è divenuto brutto ha sfoderato la propria ignobile bellezza. Charles.
Lo scrittore e il suo numero di telefono tra le poesie: soli, anche il famoso, il porco.
i robivecchi pieni
i manicomi pieni
gli ospedali pieni
i cimiteri pieni.
si riempie.”