di
Francesca Diotallevi
Anno di Pubblicazione 2020
Edizione 3° (Prima edizione Neri Pozza 2016)
Editrice BEAT (Biblioteca Editori Associati di Tascabili)
Prezzo di copertina €9,00
Num. Pagine 222
TEMI
Un vecchio curato poggia le mani sul bastone mentre il diavolo sta a sentire; nel bosco vive lei… la strega; nelle stalle l’alito delle bestie crea nubi che vanno a cingere occhi duri che hanno sete di vendetta, e di carne, e di “fiamme”. Un dolce accondiscendente sorriso sbuca da sotto un elmetto ammaccato; due zoccoli corrono nel bosco mentre una volpe dal muso argentato spezzerà i vostri cuori bramosi di risposte e salvezza.
Il pregiudizio che inibisce l’umanità, l’umanità che inibisce il pregiudizio. Una fiaba e una cronaca; immaginazione e spennellate di sogno dove la neve delle Alpi va a poggiarsi su cuori induriti dall’inverno, dalla solitudine e dalla guerra. La Grande Guerra porta via i figli di una terra dove si parla poco e si va in chiesa a capo chino, con le mani strette per pregare o per stringersi in sé stessi quasi a voler sfuggire dallo sguardo di Dio; mani indurite dal gelo e dal lavoro, che troppo spesso non conoscono carezze. Il ghiaccio, però, può pericolosamente cedere: si spacca perché subisce i pugni di chi ha un conto in sospeso con la vita, di chi piange su una lapide avvolta dal muschio o di chi bussa per cercare il divino sotto una coltre di ignoranza e silenzi. Amicizia e passione; crudeltà figlia della paura, coraggio figlio di quegli spaventi che sanno smuovere cuori messi sottochiave. La Valle d’Aosta percorsa da carovane di zingari e storie di paese che sanno condannare velocemente, chi è nato lì e chi viene da altrove… tutti non potranno scappare.
Un romanzo che parla di un amore inteso come sentimento che si innalza alla filosofia per poi coricarsi tra i gemiti di corpi meravigliosamente umani.
DALLA QUARTA DI COPERTINA
[…] Fiamma prepara decotti per curare ogni malanno: asma, reumatismi, cattiva digestione, insonnia, infezioni… infusi d’erbe che, in bocca alla gente del borgo diventano «pozioni» approntate da una «strega» che ha venduto l’anima al diavolo. Solo una persona, negli anni, ha avuto il coraggio di superare i pregiudizi della comunità […]
L’AUTRICE
Francesca Diotallevi, nata a Milano nel 1985, con DOVE SOFFIA IL VENTO vince il Premio Neri Pozza sezione giovani nel 2016. Nel 2013, pubblica Le stanze buie con l’editrice Mursia; nel 2015 pubblica Amedeo Je t’aime con Mondadori Electa; nel 2018 Dai tuoi occhi solamente con Neri Pozza. È laureata in Scienze dei Beni Culturali.
Appassionata la sua nota a fine volume; mi piace riportare alcune parole che rivolge alla famiglia… soprattutto perché ciò rende giustizia a tanti dolori e redenzioni che incontrerete se vorrete leggere Dentro soffia il vento:
Grazie per aver creduto in me, per avermi permesso di sbagliare e di ritrovare la strada. Ce l’abbiamo tutti, una strada dentro. Io sono incredibilmente fortunata a poterla percorrere con voi accanto.
DENTRO SOFFIA IL VENTO
SEGUIAMO LA NEVE, CI SONO ORME SALDE… MA ALCUNI PASSI SON NASCOSTI
«Strega, figlia del demonio arpia» erano solo alcune parole che ricordo. Con gli anni avrei imparato a buttarmi tutto alle spalle, a compatirli per quel loro marcarmi con un insulto per scongiurare la paura che io e mia madre incutevamo loro. Come se vivere nel bosco lontane da tutto e conoscere i segreti delle piante e delle erbe ci rendesse persone malvagie e pericolose. La superstizione, io, non l’ho mai capita.
Fiamma non ha neanche due decadi di vita, una matassa di lunghi capelli lunghi e “irriverenti”: vive sola in un capanno, nel bosco. Odore di cenere ed erbe; un tavolo ricoperto di oggetti e piante essiccate. La stanza è buia, e fiamme viventi illuminano l’oscura foresta: fiamme di fuoco e fili viventi. La ragazza è odiata pubblicamente, ma la notte, segretamente, la gente di Saint- Rhémy corre da Fiamma per ricercare sollievo dai dolori della carne. La carne, qui, soffre perché un cacciatore ti spezza le zampe per non farti scappare, perché una polmonite ti attanaglia e ghermisce attraverso l’alito delle montagne; perché un odio profondo ti pulsa dai lombi e si copre gli occhi per non vedere seni piccoli e appuntiti che ti invitano alla beatitudine.
Maledetti il dolore e i segreti che si celano dietro labbra serrate; un altro odore si avverte nell’aria: resina, cuoio e tabacco. Yann ha lasciato metà della sua vita tra i passi innevati delle Alpi; quella stessa metà gli fu restituita attraverso un alito caldo e misericordioso, una notte di tanti anni prima… maledicendolo. Raphael, il fratello di Yann, era stato l’unico amico di Fiamma, la sua famiglia oltre la madre Vivienne che era fuggita dal borgo per incontrare, si dice, il peccato zingaro. Tutti temono vergogne gettate sempre addosso a chi cerca di sopravvivere; però, le vere colpe non hanno voce… forse si sentono venir sparate attraverso la canna di un fucile… o forse si adagiano tra le pagine di libri amorevolmente passati da due mani a due altre mani lisce ma tremanti.
Fiamma vive nella solitudine, prima benedetta ma poi debilitante da quando la Guerra ha portato via Raph. Nessuno viene risparmiato dal manto della vita: caldo e splendente o ruvido con pieghe tra le quali ci si perde.
Un parroco venuto da Roma, Don Agape, scopre presto che nelle piccole cose si nasconde ciò che sempre lo ha terrorizzato, bloccato in un corpo possente ma inerme. Don Agape dovrà scoprire cosa fare con la sua stazza, il suo corpo e la sua fede.
CONSIDERAZIONI
La Diotallevi ci accompagna attraverso visioni che possono sembrar sogni… eppure hanno radici reali, e una lapide lo testimonia. Alla fine del volume scopriremo da dove salgono le suggestioni che hanno creato personaggi combattuti, e per questo reali; tangibilmente avvertibili nel loro odore e nel loro sguardo. Tutti gli sguardi ci trapasseranno da parte a parte, così come la Guerra fa all’umanità… che proprio tra le trincee trova la sua sconfitta. Ogni capitolo riporta il punto di vista di un personaggio: Fiamma, Yann e Don Agape; e dei corsivi, che paiono vibrare, riporteranno memorie che tutti, al contempo, bramano di scordare e tenere strette. Il modo di raccontare è così deciso: l’autrice riesce a scomparire ma a tenere forti le redini di un carrozzone “zingaro” variopinto che porta misteri, meraviglie; trascinato dagli scalpitanti cavalli del fato. Tutto sembra agir per conto suo, ma la Diotallevi onora la libertà presentandoci i personaggi con tutto ciò che hanno nella pancia. Molte le frasi potenti da sottolineare, da rileggere e passarsi sul viso. Il vento davvero attraverserà il lettore. Si soffrirà, non posso nascondervelo, ma c’è da dire:
Tutto ciò che segna le svolte della vita è fatto di dolore.
Il tema della Guerra è sfiorato, ma violentemente: ci sembrerà che essa resterà lì in un angolo… ma ci troveremo tra le trincee constatando che
Quell’inferno che Don Jacques minacciava tra le sue prediche, e di cui ci facevamo beffe, esiste davvero.
Più piani temporali si uniscono per ritrovarsi in un unico tempo che travalica i “due mondi”, così come accade in alcune radure dove pare che alcune visioni danzino ancora sopra le macerie dei ricordi. Fiori di camomilla profumano e i piedi si riposano quando ci fermiamo a contemplare il momento; il tempo:
Ne abbiamo a disposizione uno sputo e lo sprechiamo a vivere una vita che non vogliamo. Mettendo a tacere i nostri desideri. Siamo così fragili, così insensati.
I miei sentimenti sono usciti sconvolti da questa lettura, che io reputo davvero meravigliosa.
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