venerdì 4 dicembre 2020

TRE ZAMPE

di

ANNALISA STRADA

Illustrazioni di Gregorio de Laurentis

DISABILITÀ E SUPERPOTERI, TRA DISEGNI ESILARANTI E PAROLE INDIMENTICABILI

Ph Francesca Lucidi

INTRODUZIONE

“UNO, DUE, TRE E QUATTRO CON UN GRAN RITMO.

HO PROVATO ANCH’IO. MI SONO IMPEGNATA.

UNO, DUE, TRE E… DOVE ERA FINITO IL QUATTRO?”

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Una dolcissima storia illustrata edita da Giunti Editore nel 2020; adatta ai bambini al di sopra dei sette anni.

Un piccolo libro, che con i suoi disegni simpaticissimi propone un messaggio enorme: questo non è un volume qualsiasi, qui abbiamo un SUPERLIBRO! Sui superpoteri. Pensate si parli di creature straordinarie, beh, un po' forse è vero, ma niente di fantascientifico: gatti, una famiglia, due cani attaccabrighe… e CIRCE!

Un nome assai importante, per chi? Per una gattina nata insieme ad altre tre sorelle. Dentro una piccola cesta colma di peli e amore, ecco che una piccola micia inizia la sua vita circondata da attenzioni particolari.

Attenzione! Qui tutti possono imparare cosa significa scoprire un superpotere, piccoli e grandi lettori. Non si tratta di avere qualcosa in più; già, Circe si accorge che non tutto va come dovrebbe andare, nel suo corpo. Ma essere super è qualcosa che viene da dentro. Disabilità, coraggio e simpatia: le tre guide che possono accompagnare chiunque a scoprire il mondo della diversità, delle difficoltà, della paura.

TRAMA, ANALISI E CONSIDERAZIONI

“E POI CI SONO IO!”

Circe si accorge subito che la mamma la lecca e la coccola di più, rispetto alle altre sorelle. Gli umani circondano la micia di altrettante attenzioni, accompagnando le carezze con frasi del tipo “Ma è normale?”, “Poverina!”. All’inizio non capiamo bene cosa possa avere Circe: il disegnatore è stato ben sapiente nel nascondere un piccolo particolare dalle varie inquadrature delle ciccette della gattina.

Bisogna presto lasciare il cesto! Fuori c’è un mondo da esplorare. Circe si accorge di essere più lenta delle sue sorelle, e resta sempre dietro… ma l’erba ha per lei l’inebriante profumo che ha per tutti.

A volte, una difficoltà è il motore che ci mette davanti a noi stessi, alle nostre debolezze, alle verità esteriori e interiori. Circe dovrà vedersela con Gogo, un barborcino scarsamente amichevole. Una corsa su un albero, una sorellina spaventata che la aspetta da sopra un ramo. Denti affilati da una parte, un tronco da scalare dall’altra, cosa succederà a Circe?

“DI NUOVO MI SONO ACCORTA CHE C’ERA QUALCOSA DI STRAVAGANTE: NON ANDAVO DRITTA E DOVEVO CONTINUAMENTE RIPRENDERE LA MIRA SULL’ALBERO.”

Nel momento di massima tensione credete che la micia si dia per vinta? Non esiste! Lì nascerà un SUPERGATTO.

Dall’alto due occhietti guardano in basso, sulla superficie riflettente di una pozzanghera:

“E SUL RAMO CHE SI SPECCHIAVA DI SOTTO C’ERA UN GATTO. ERO IO. UN SUPERGATTO A TRE ZAMPE!”

Tutto scorre veloce in questa parentesi di puro panico. Qualcuno potrebbe pensare che l’autoefficacia di Circe venga annientata da una scoperta così sconvolgente, e che non può fare altro che sentirsi spacciata: no!

“NON ERO DIVENTATA ALL’IMPROVVISO PIÙ CORAGGIOSA, ERO SOLO MOLTO ATTENTA A USARE BENE I MIEI POTERI”.

Da qui esplode la forza comunicativa di questa storia. Tutto appare molto reale e quotidiano: l’imbarazzo degli altri verso la diversità, tradotto in attenzioni maggiori che mettono forse anche un po' a disagio. Il confronto con le evidenti difficoltà oggettive nell’essere come gli altri, nel fare le cose allo stesso modo. L’amore fa molto, ma la comprensione e l’accettazione sono i veri miracoli per una vita piena anche se si nasce destinati al superpotere della resistenza, della resilienza e della caparbietà; vogliamo poi parlare dell’atteggiamento positivo e attivo di chi si sente di poter sempre agire nel contesto? Una variante ambientale (e di sfiga?) ci ha messo lo zampino? Ok, mettiamola a cuccia con le varianti decisionali di chi riesce a restare in equilibrio, e anche se non sta dritto è comunque equilibrato nel suo modo, con i suoi mezzi, con i suoi superpoteri.

Una gattina a tre zampe riesce a salvare la sorella perfettamente sana… e sappiate che le sfide non finiranno qui, anzi.

Mi butto a capofitto in questi volumi piccoli, semplici, ENORMI, sapete perché? Insegnano il tatto. Gli adulti sono contenitori strabordanti di regole, nozioni, aspettative e arrivismo. Vogliamo sembrare buoni, perfetti, infallibili. Non a caso i bambini riescono ad affrontare tutto molto meglio di noi. Loro sono pure antenne che recepiscono tutto, non hanno tanti filtri e, se non contiamo le influenze da parte degli adulti, riescono sempre a trovare un loro modo per fare le cose. Noi abbiamo mal di schiena appena alziamo una cassa di acqua, loro scavalcano lettini immensi o letti a castello giganti. Questo solo perché hanno articolazioni senza artrosi? No, i bambini sono “flessibili”, in tutto. La comunicazione indirizzata a loro è dritta, empatica, efficace e sincera. I libri per bambini sono più veritieri di tanti tomi che promettono risposte assolute.

Questo volume è assolutamente ben riuscito, come molti altri che sto leggendo in questo periodo. Anche io, come Circe, sto un po' sbandando… ma grazie alla rieducazione alla vita e alle emozioni che certe storie sanno regalare, voglio tornare ad essere abile per un invito su un letto a castello, da cui vedere il mondo con gli occhi puri e coraggiosi.

Questo è il senso della letteratura per l’infanzia, o per ragazzi, l’educazione. L’anagrafe non ci faccia arrivare il messaggio che siamo belli e finiti, fatti e pronti all’uso. Siamo esseri in continua evoluzione, e di tatto ne perdiamo spesso, con gli anni. Vi invito a cimentarvi in attività diverse, a confrontarvi con qualcosa che sia gioco, scoperta. Sappiamo affrontare la vita solo a calcoli e confusione, ma non è colpa nostra, non tutta.

Ricordiamoci che abbiamo il diritto a migliorare, a sognare… ad avere dei SUPERPOTERI, ed anche a saper parlare di diversità, disabilità, malattie, senza attingere da espressioni sciocche nate da un certo tipo di giornalismo sensazionalista, o da qualche sito di “frasi per ogni occasione”.

“SICCOME SONO UN SUPERGATTO, MENTRE ACCELERAVO CON LE MIE TRE ZAMPE IN VERSIONE TURBO, HO TROVATO PERSINO IL TEMPO DI FARE UN RAGIONAMENTO. GIÀ, PERCHÉ PER TUTTI NOI CHE SIAMO SUPER LA PAURA NON È UN FRENO, MA UNA MARCIA IN PIÙ PER FAR FUNZIONARE LA TESTA.”

Vi abbraccio.

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Grazie!