UNATTO DI FEDE, UNA RICERCA PER SALVARE LA CAPACITÀ DI SOGNARE
GELO, CANI DA SLITTA E STRANE ORME GIGANTESCHE
VOI COSA CREDETE DI AVER VISTO? LA SCAMPEREMO?
PER MERITO DI CHI?
di Kim Leine
Illustrazioni di Peter Bay Alexandersen
L’AUTORE
Kim Leine
è nato nel 1961 in Norvegia, in un paesino rurale. Da ragazzo si è trasferito
in Danimarca, a Copenaghen, dove studia infermieristica. In seguito, si sposta
in Groenlandia. Nel 2004 torna in Danimarca, e si dedica alla scrittura. Scrive
numerosi libri per adulti di successo: vince anche il Premio del Consiglio
Nordico per il romanzo storico Il fiordo dell’eternità, tradotto in
quindici paesi. Ha scritto tre libri per bambini, tutti ambientati nel Nord, l’estremo
Nord.
LA
TRADUZIONE
Curata da
Ingrid Basso, ricercatrice in Filosofia teoretica presso l’Università Cattolica
di Milano, insegnante di Filosofia della comunicazione all’Università Cattolica
di Brescia. La Basso lavora come traduttrice dal danese e dal norvegese, e
collabora con la pagina culturale del Manifesto.
IL BAMBINO CHE PARTÌ PER IL NORD
ALLA RICERCA DI BABBO NATALE
Ph Francesca Lucidi
INTRODUZIONE
Edito da
Iperborea nel 2019, un volumetto birichino che commuove ma qualche brivido lo
regala, non solo per il freddo. Un atto di fede, un percorso di formazione per
un papà; il riscatto della fantasia, perché per crescere c’è sempre tempo,
ricordandosi che farlo non implica il privarsi dell’emozione di un momento, del
sogno, della speranza. Babbo Natale, dopotutto, è un simbolo. Evoca l’attesa, è
una metafora comprensibile del premio e della “punizione”, è l’invisibile che è
necessario per riuscire a mantenere la capacità di non farsi schiacciare dal
reale… quando in realtà è il nostro modo di reagire ad esso che vince, che crea
ciò che diventa tangibile partendo solo dalla nostra fede.
Una
copertina rigida, ruvida, che pare un piccolo quadro; anzi, penso che a Natale
non starebbe male esposta fuori dalla libreria. Illustrazioni che sono dolci,
che sono naturalisticamente credibili. Ogni disegno è marcato di fiaba e
infanzia. Ma badate bene alle espressioni dei cani… sì, le illustrazioni forse ci
dicono qualcosa che la mente non vuol “vedere”.
Nell’estremo
Nord c’è ghiaccio e neve, e mare scuro. Tutto è bianco e nero, e blu profondo.
Anche gli animali richiamano gli stessi colori, quei pochi abitanti non umani
che spesso vengono cacciati perché parte dell’alimentazione di sussistenza per
villaggi estremamente isolati. Il vento è fortissimo, gli alberi non ci sono.
La neve è ciò che tutto ricopre: sulla neve si cammina, sotto di essa si
conservano i cibi; se si sposta un po', con fatica, si possono scovare diverse
cose nascoste poco prima dalla tempesta. Un intero capanno di caccia piò
spuntare solo con uno stretto comignolo. Per noi, tutto può apparire affascinante
o inospitale, in realtà il vero è fatto di entrambe le cose. Una regola
fondamentale c’è, tra le altre: bisogna sempre lasciare sulla stufa una scatola
di fiammiferi aperta, ricordando di lasciare due cerini che spuntano. Le mani
possono esser ghiacciate, ma ghiacciate davvero, in quel modo si permette a chi
voglia scaldarsi di accendere più facilmente la stufa. In Groenlandia ci si
abitua a piccoli gesti e consuetudini che costituiscono la sopravvivenza: un
fucile sempre accanto, dei cani forti e fedeli, una slitta veloce, del caffè
bollente e soprattutto una cioccolata calda; bevande gustose, ma qui sono
elementi che permettono al sangue di continuare a scorrere e non ghiacciare
come tutto ciò che è liquido e sembra cedere al duro clima.
Ph Francesca Lucidi
Pare tutto
un gran casino, in verità chi ci abita è abituato e sa cosa fare. L’uomo è fatto
per abituarsi, per resistere. L’evoluzione è fatta di un susseguirsi di resistenza,
motivazione, e un pizzico di ingegno… che pare magia. Qui la fantasia e la
magia hanno la voce del piccolo Andreas.
Andreas
ama il Natale, e nel villaggio tutti sanno che non possono affezionarsi troppo
all’albero del paese perché il vento è subito pronto a spazzarlo via. Ed ecco
che gli alberi si sostituiscono, con difficoltà dato che è difficile reperirli.
Dopo Natale non occorre neanche togliere l’ultimo abete rimasto: il vento ci
pensa da sé. Ciò non toglie che i simboli festosi non mancano: nelle scuole, nelle
sale comuni e nelle case si preparano addobbi e si cantano canzoni. Tutto è
molto buio, le ore di luce sono davvero pochissime. A fendere l’oscurità ci
pensano le lucine poste sulle finestre delle case, internamente, e le lanterne poste
su ogni slitta. Vedere le slitte andar giù per il pendio è uno spettacolo che pare
inneggiare alla festa più di una moltitudine di alberi addobbati. C’è un
problema, qualcosa che stona e preoccupa Andreas: il papà non ama il Natale.
LA
TRAMA
Siamo in Groenlandia!
Quale miglior posto per sentir meglio la risata di Babbo Natale. Non tutti hanno
nel petto l’attesa del visitatore magico del Natale, o ritagliano pezzi di
carta rossa sentando quel calore che durante le feste ti avvolge anche se fuori
c’è la neve a render tutto freddo ma fatato.
“Il bambino si chiamava Andreas e
il Natale gli piaceva da morire.
Piace anche a te il Natale? chiese
alla mamma.
Certo che mi piace, rispose lei.
E a te? chiese alla sorellina, che
si chiamava Sofie.
Sì, certo. Basta che non soffi sempre
questo vento, rispose lei.
E a te papà? Anche a te piace il
Natale?
No, rispose il papà. Io odio il
Natale.”
Uno shock
per il piccolo Andreas, il papà è categorico: “Il Natale è una stupidaggine”.
Un bel problema quel viso incredulo e infastidito in una famiglia che sta lì e
festeggia con poche cose e tanto amore tutto intorno. Il piccolo non si dà per
vinto. Il meraviglioso approccio dei bambini alla vita: nulla è scontato e
nulla è perduto, si può sempre andare alla ricerca di risposte e conferme, di prove
e tesori. Nulla è categorico e mettono in dubbio tutto.
Andreas propone
al papà di andare a Nord, lì abita Babbo Natale: chi meglio del barbuto e
panciuto magico omone può riportare la fede, la fiamma del credere a qualcosa
che non si vede, ad amare un’idea o un sogno. Il papà fa molta resistenza, ma
alla fine cede, chissà perché? Qualche giorno prima della Vigilia di Natale si
preparano slitta e provviste e i due si recano a Nord, tra sconfinati paesaggi,
gelo, foche in lontananza e fucile sempre pronto. Andreas guida la slitta, e il
suo cane Thor è il quarto della fila. Thor è il migliore amico del piccolo,
insieme alla mamma, alla sorellina e al papà. Un piccolo mondo dove non serve
chiasso, folla o troppe cose per provare i sentimenti veri e profondi della
vita.
Il papà è
convinto che una gita male non può fare, e via via pare assecondare Andreas
nella ricerca di Babbo Natale. Arrivano al capanno di caccia, completamente
ricoperto di neve. All’interno è tutto spoglio e un po' sporco, in poco tempo
la stufa viene accesa e i giacigli preparati; ovviamente Andreas si adopera a ripulire
tutto. Il bimbo ha un animo ecologista e animalista, e questo ci piace, e apprezzano
anche le foche!
Il papà
ascolta con attenzione il figlio, il piccolo ascolta gli insegnamenti del padre
sulla sopravvivenza e li memorizza e ripete. Una scena fatta di sacchi a pelo,
una vecchia stufa, e un libro di storie. Andreas ama molto i libri di storie, e
ha in sé una fede incrollabile nelle sue fantasie, nella magia e in Babbo
Natale.
I cani iniziano ad esseri inquieti, fuori dal capanno si riconoscono le voci di Thor e Carota, qualcosa pare camminare sul tetto: si sente sbuffare, si sente un rumore che non pare un verso o una voce. Il papà sta seduto dritto con il fucile pronto. Il fumo della pipa riempie l’aria di una nebbia densa. Qualcuno vuole entrare… forse Babbo Natale ha ascoltato il richiamo di Andreas? Il fucile però è pronto.
Orme
gigantesche, poi una Vigilia con un regalo inaspettato. Quale sarà la verità?
Un viaggio di formazione non per un bambino ma più per un adulto, che adesso
sorride e, secondo me, nasconde un piccolo segreto nel suo cuore rinnovato.
Se lo leggerete
spero mi farete sapere cosa avete compreso o creduto del finale. Qualcosa non
torna… o forse nelle riletture sono passata da tremar di gioia al tremare di
paura. Il significato sospeso è un mio forte dubbio, che mi piace.
Devo
infilarmi delle pantofole calde ora, e sono fatte di un materiale raro e
particolare: qui in Groenlandia bisogna sopravvivere con ciò che la Natura offre,
o purtroppo si deve prendere. Se fossi lì con voi preferirei del normale
velluto!
ANALISI
E CONSIDERAZIONI
Una storia
che ha i colori dell’inverno, anche perché si svolge dove il freddo è più
perenne dei ghiacciai sofferenti. Un viaggio tra il gelo dei paesaggi e tra quello
dei ricordi. Ah, gli adulti! Una tipica frase? Basta riportarvi cosa risponde
il papà di Andreas quando il piccolo cerca di colpire a suon di occhioni
speranzosi una parola rigida come una stalattite, e altrettanto affilata: “INDISCUTIBILE”.
Impedire a un piccolo umano incorrotto nella curiosità di poter cercare motivi,
risposte o soluzione… quale scemenza! Tornando a noi, sapete come spiega “indiscutibile”
il papà di Andreas?
“Vuol dire
che è così e basta.”
Magari nel
papà di Andreas giace un bimbo a cui è mancato un pezzo, che sia di carta, che
sia un biscotto. Probabilmente un bambino ferito e bloccato dalle convinzioni
di altri adulti deve essere salvato da un altro bambino, suo figlio. Già, a
casa del papà di Andreas non si festeggiava il Natale, anzi era quasi vergognoso
anche solo pensarlo.
A un certo
punto qualcosa scocca o brilla, una stella diversa? Sarà che la cioccolata
sorseggiata durante il viaggio ha sciolto un grumo di risentimento o semplice
rigidità “da grandi”? Se prima la fantasia di Andreas era il solo motore della
vicenda, a un certo punto forse la salvezza verrà dalla fantasia di qualcun
altro, di chi era un po' infastidito da tutta questa questione del Natale. Sì,
state pensando bene, proprio lui.
Una scoperta
verrà fatta, ma dobbiamo credere a ciò che le illustrazioni mostrano e Andreas vede?
A ciò che il papà, con la voce, quasi tremante, conferma?
So che vi
sto facendo molte domande. Problema mio che sto proiettando le mie sensazioni:
però mi piace pensare che il lieto fine non sia sempre così chiaro ma che possa
essere creato, raccontato, plasmato da una storia e fatto protezione, cura.
Proteggere il sogno di un bambino salva un adulto da una vita di risentimenti e
privazioni, questo lo credo fermamente.
Un regalo
sotto l’albero probabilmente è un indizio. Bisogna anche stare attenti alle orme,
dimenticavo. Anche se Andreas ha una risposta, plausibile?
Qualcuno ha salvato capra, cavoli e cani? Ma chi può essere stato...
Fatemi sapere!
Sicuramente vi auguro di scongelare qualunque convinzione o pregiudizio che
possa impedirvi di vivere una gioia, o una preziosa condivisione.
Buona Lettura!
Se volete acquistare il volume basta cliccare qui QUI: grazie alla mia affiliazione con Amazon si aprirà la pagina dedicata al prodotto nello shop. Se acquisterete tramite il mio link potrete permettere al Penny Blood Blog di ottenere delle monete virtuali, fornite da Amazon, da investire in altri volumi sui quali discorrere insieme!
Grazie!