AMORI, ADOLESCENZA, UN CADAVERE E UN SOFÀ GIALLO
ANALISI DI UNO DEGLI STRAORDINARI GRAPHIC NOVEL DELL'AUTORE
TONY SANDOVAL:
CENNI BIOGRAFICI E STILE
Tony Sandoval nasce a Esperanza, in Messico, il 14
luglio del 1973. Sandoval inizia a lavorare nel mondo del design e della
grafica, in seguito si approccia al fumetto da autodidatta. Lascia il Messico
in mezzo a rocambolesche esperienze che racconta nel suo coraggioso graphic
novel Appuntamento a Phoenix, del 2016. Sandoval approda in Europa e la
Francia è il luogo dove vengono alla luce i suoi lavori indipendenti da sceneggiatore
e disegnatore. In Italia possiamo godere dei sognanti mondi dark di Sandoval
grazie alla casa editrice TUNUÉ.
Dal 2011 la Tunué è impegnata nella pubblicazione di
tutti i graphic novel dell’autore: Il cadavere e il sofà; Nocturno,
Doomboy, Oltre il muro, Echi invisibili, Mille tempeste,
Watersnakes; il controverso autobiografico e “reale” Appuntamento a
Phoenix e il grande ritorno nel mondo fantasy con Futura Nostalgia.
Sandoval viaggia per l’Europa, tra Barcellona, Parigi,
Berlino; mantenendo vive le radici dell’immaginario messicano.
Questo artista ha un aspetto corpulento, lunghi
capelli scuri, una barba importante e indossa una “divisa” di abiti neri: tutto
in linea con un’immagine metallara. Sì, il metal è uno dei mondi che
abitano gli universi onirici e fiabeschi di Sandoval: lui suona, ma rassicura,
in diverse interviste, che ciò non ha a che fare con alte aspirazioni ma con
una passione da consumare tra amici. Uno dei suoi lavori prende vita proprio da
questo genere musicale: Doomboy, pubblicato primamente nel 2013 dalla
casa editrice di Ginevra Paquet (che cura la maggior parte delle edizioni dell’autore); il graphic novel in questione parla proprio della carriera musicale di un misterioso e immaginario musicista.
Sandoval lo arriva a definire un “documentario”. La musica è presa in grande
considerazione dall’autore, che la definisce un mezzo di espressione, come il
film, o il fumetto.
Effettivamente, l’autore non è un disegnatore codificato,
e la “codificazione” è vista da Sandoval come un tratto specifico della visione
europea del mondo fantasy. Sandoval ama l’arte, la pittura: si esprime con
una tecnica pittorica che sfrutta gli effetti dell’acquerello. Egli non ha uno
stile definito ma segue le ispirazioni del momento, o almeno così afferma.
Sandoval nota nel mondo europeo anche un’altra specificità: l’immaginario
appare più asettico e i “mondi” sono definiti, separati tra loro. In Messico le
tradizioni, le superstizioni e il misticismo sono parte integrante della vita
delle persone, delle loro storie e delle loro interpretazioni: tutto questo viene
ripreso nelle opere di Sandoval dove le dimensioni si mescolano in narrazioni dove
non è ben definito il confine tra la realtà, il sogno, l’immaginazione e il
magico.
La fantasia è uno sguardo attivo che traccia segni, paesaggi
e personaggi. I protagonisti di Sandoval sono principalmente adolescenti,
individui che vivono in quella lontananza dal mondo reale fatta di istinti
fisici, problemi assai particolari e immagini che nascono dalle paure e dai
sentimenti esagerati che si provano a quell’età. Il buio fantasy di Sandoval
non è codificato, alla maniera europea, ma segue i moti interiori di personaggi
strani, dark, reietti e avvolti da una freddezza verso il mondo bilanciata da
un sentimentalismo poetico altissimo. L’adolescenza è fatta di curiosità e
scoperte, che non sono necessariamente collegate ed esiti confortanti. L’epicità
della giovinezza si esprime in sfide fatte di violenza (sì perché la violenza
non ha età, purtroppo), di scoperte intime dolcissime o oscene. Il malessere
dell’adolescenza si dipana come un film horror, come un’immaginazione che crea
un fantastico non codificato perché non viene dal pensiero ordinato ma dal
disordine degli istinti potenti di un corpo e di una mente giovani, alla scoperta
del mondo con i suoi dolcetti, a volte avvelenati a volte deliziosi.
Nelle opere di Sandoval il disegno è preponderante e la
narrazione avviene principalmente attraverso le immagini, quelle create dalla
mano dall’autore e dalle menti dei protagonisti delle sue storie.
La crudezza di Sandoval riesce a essere delicata. I paesaggi
non sono belli ma duri e ombrati da energie invisibili. I corpi dei personaggi
sono esagerati e pieni di tratti esasperati. L’occhio critico prevale, critico
nel senso che è un’analisi espressa attraverso i parametri e le tecniche del
sogno e della fantasia. Sandoval mostra un feticismo fatto di proporzioni sballate,
di nasi impossibili e piedi nodosi ma magari laccati di sensuale smalto nero. I
capelli fluttuano in acconciature che diventano attraenti nel complesso di
abbigliamenti ben pensati, da outsider sciatto e allo stesso tempo bello, iconico.
Le teste sono grandi, così l’immaginazione è ben comoda, i corpi si muovono per
perpetrare cose terribili o per fare l’amore… e questo ci introduce alla nostra
storia… ma tra poco.
Il buio che prende vita dalle mani dell’amatoriale
musicista metal Sandoval… riesce a soffocare persino l’autore, tanto che egli
tenta una fuga attraverso la curiosa autobiografia Appuntamento a Phoenix,
e questo riferimento ci aiuta a capire la stretta codificazione del fantasy europeo
con i suoi estimatori, simile con simili. Il lavoro di Sandoval che parte da un
contesto politico, ben studiato dall’autore, racconta la fuga dal Messico che l’artista
ha dovuto tentare, fare, riuscire. Si è detto che qualcosa, qui, è mancato. Si
è parlato della mancanza della forza favolistica, di buonismo e addirittura di
edulcorazione. La prigione di un genere che finisce per assorbire l’indipendenza
di creazione di un autore… forse Sandoval ha ragione nelle sue considerazioni.
Magari se lo leggerete potrete farvi una vostra idea; magari ne parleremo
insieme. Le critiche hanno comunque riconosciuto a Sandoval il coraggio di uscire
dalla comfort zone; ma magari non si è considerato che quella “zona” di buio,
magari, non è sempre così confortevole per l’autore. In Sandoval la sofferenza
ha una sua bellezza, ma è pur sempre sofferenza. Nelle opere dell’artista il
mondo strano trova voce, e questo spazio non esisterebbe se non ci fosse quello
primigenio intorno a Sandoval, e forse abbiamo il dovere di ascoltare la sua
storia personale, decodificandoci.
Volete vedere uno di questi strani mondi? Che ne dite
di un microcosmo che si divide tra un sofà e un cadavere in decomposizione?
IL CADAVERE E IL SOFÀ
Tradotto in italiano da Cristina D’Onofrio per Edizioni
Tunué, Il CADAVERE E IL SOFÀ è stato edito in Italia grazie alla casa
editrice, con base a Latina, nel 2011 e nel 2014.
È estate, la stagione che per l’adolescenza significa
attese: le attività d’obbligo si fermano e a volte la noia fa da padrona. In
estate si può vivere solitudine o nuove amicizie e nuovi amori; nel luogo del
racconto, però, non è una stagione normale: è scomparso un ragazzo, Christian,
e tutti sono chiusi in casa attanagliati dalla paura. Polo, un ragazzo strano e
solitario, ciondola in un paesaggio giallo… in cui non si avverte una
temperatura reale ma una temperatura dell’anima: tutto sembra avvolto da una
strana immobilità angosciante, non calda, non fredda. Una fontanella attira l’attenzione
di Polo, che la scruta e riflette. Quella strana attività sperimentale viene
interrotta dall’arrivo di una ragazza. Sophie veste di nero e ha capelli corti,
occhi completamente neri e una carnagione pallida da dove spicca il suo smalto
nero e dei canini pronunciati. I due “strani” si piacciono subito, anche se con
qualche imbarazzo. Polo mostra a Sophie la sua grande scoperta riguardo alla
fontanella rotta, in cui l’acqua che continua a gocciolare ha fatto nascere un piccolo
ecosistema di vegetazione e mosche. Polo osserva:
“Hai
mai pensato che i difetti rendano le cose più interessanti?”
Il ragazzo esprime candidamente il suo pensiero ma poi
si vergogna, complice quel senso di inadeguatezza che accompagna spesso l’adolescenza
e i tipi strani. La bizzarria non spaventa Sophie, la quale mostra le sue attitudini
particolari tirando fuori un libro sui lupi mannari. Anche nel luogo del
racconto si sente spesso parlare di lupi, anzi, si crede che il ragazzo scomparso
possa essere stato preso dal vicino di Polo… potrebbe essere un lupo mannaro il
misterioso individuo?
Ciò che conta in questa storia non è solo ciò che accade
realmente ma come le cose vengono percepite. Una cosa avvertita con la fantasia
o i sensi non è meno reale di ciò che l’occhio vede e la ragione riconosce:
questo è il paradigma di Sandoval.
La personalità curiosa e solitaria di Polo viene
raccontata tramite il girovagare, anche notturno, che portano il ragazzo a fare
una scoperta sconcertante, orribile. Christian non è scomparso, è morto.
I giorni successivi all’incontro, Polo e Sophie si intrattengono
davanti alla tv da 180 canali del papà della ragazza… sì perché lei è solo in visita
momentanea presso il genitore, e non si sa perché, non si sa nulla di lei. La
tv è la solita vecchia scusa per un po' di intimità: Sandoval mostra dolcemente
i sensuali segnali della ragazza verso Polo; i due si uniscono e i gesti e la
pelle nuda vengono mostrati in tutta la loro realtà, carnalità. Nulla disturba perché
tutto è vero, imperfetto, bellissimo in quella stranezza che addobba di meraviglia
tutto ciò che è anticonvenzionale, finanche disfunzionale.
Polo, inaspettatamente, entra a casa del misterioso
vicino per un futile motivo… e nota una serie di particolari che rimandano al
mondo dei lupi, ai licantropi. Quasi a togliere l’imbarazzo, o per sviare il
discorso, l’uomo afferma di preferire i vampiri, cosa che farà imbestialire
Sophie al fedele racconto di Polo dell’incontro.
I due si cullano in silenziosi amplessi su un sofà
giallo, un altro paesaggio giallo dalle temperature dell’anima. Quel pezzo di
mobilio ha una strana storia, ma Sophie l’ha scelto dal bordo di una strada, e
Polo non lo sa… e la scoperta di uno strano biglietto tra i cuscini genera in
lui preoccupazioni e incubi terribili. Il ragazzo passa una brutta notte che si
tramuta in febbre: mostri, serpenti e lupi… e in una Sophie famelica e crudele. E
il fantasma di Christian inizia a infestare tutto, sempre di più. Il biglietto
alla fine trova una spiegazione che spinge a un’indagine, che porterà a un “sequestro”
e a una tremenda rivelazione da parte di un soggetto disgustoso.
Può la decomposizione di un cadavere essere il
segnatempo di un amore? Qui accade proprio così. Un adolescente ha una scala di
valori estremamente personale, e anche le paure sono singolari. Alcune cose
normali fanno orrore, alcune cose orrorifiche diventano affascinanti.
Il racconto si riduce a poca scrittura e a moltissime
immagini narrative, e ad altrettante rappresentazioni di cose che non si sa se
siano reali. Numerose domande restano senza risposta, forse è meglio così. Un omicidio,
due partenze e tante rivelazioni. Un suicidio sembra portare giustizia, ma un
cuore rotto non può che cercare di curarsi le ferite grazie al ricordo e alla
fantasia. I sensi custodiscono le medicine per i pensieri ossessivi che possono
ammalare. Si dice che gli adolescenti dimentichino in fretta. Sono certa che
Polo non scorderà il momento in cui ha scrutato con timore la bocca di Sophie,
o quando la ragazza si è presentata da lui vestita di bianco e senza le lenti
spettrali ad offuscargli lo sguardo.
Tanta sofferenza è presente in questo fumetto; tutto
però riesce ad essere bello perché il cuore riesce a far sentire il suo forte
canto che è multiforme e non può intonare una melodia ad un sol tono: tutto
esalta e poi butta giù, come accade nella vita reale.
Volete capire perché il sofà verrà spostato? Avete il coraggio
di sapere cosa è accaduto a Christian e ai suoi boccoli biondi?
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Buona Lettura!
SITOGRAFIA:
https://www.staynerd.com/etna-comics-2017-intervista-tony-sandoval/
http://www.auracan.com/Interviews/349-interview-entretien-avec-tony-sandoval.html
https://www.tunue.com/product-author/tony-sandoval/
https://www.fumettologica.it/2016/09/appuntamento-phoenix-tony-sandoval-recensione/
http://www.ilterzonews.it/il-cadavere-e-il-sofa-tony-sandoval/
https://fr.wikipedia.org/wiki/%C3%89ditions_Paquet