PROFANATORI DI TOMBE: I RESURREZIONISTI
La sepoltura è una circostanza
avvolta da mistero e misticità. Fin dai
tempi antichi si possono riscontrare riti preposti a facilitare e “guidare” la
vita dopo la morte. Essere seppelliti, però, non ha sempre significato l’inizio
di un pacifico riposo corporeo. La profanazione delle tombe trova come prima
motivazione, la sottrazione di oggetti preziosi: primamente inseriti nel luogo
di sepoltura (basti pensare ai complessi riti egizi), ma anche presenti addosso
al cadavere stesso. In seguito le tombe attirarono gli intenti dei profanatori
per scopi ben diversi e particolari; sempre con un guadagno… ma per una posta
forse ancor più alta. La professione medica ebbe, nel corso dei secoli, una
storia travagliata: prima confusa con le pratiche magiche, fu spesso qualcosa
di poco compreso, e fosco per alcuni. Ai giorni nostri, all’interno di quella
che chiamiamo “medicina” vi sono i chirurghi. Oramai questa branca è
strettamente legata a ciò che veniva comunemente chiamato medicina: in realtà questo non è scontato, considerando che le
pratiche chirurgiche o dentistiche, erano in
mano a professionisti che non ci aspetteremmo… come ad esempio i
barbieri. I barbieri amputavano arti ed estraevano denti; oggi è difficile
pensarlo, ma fino al XIX secolo era consuetudine. Oggi sappiamo che la sala
autoptica è il terreno dove si giocano il coraggio e l’abilità degli studiosi e studenti di medicina: la cosa,
anche questa apparentemente scontata, ha
una lunga storia complessa e piena di loschi individui, omicidi; battaglie
politiche e risoluzioni poco ortodosse, ma probabilmente, da una parte, necessarie.
I corpi che vengono attualmente studiati a scopi medici e scientifici, sono
corpi non reclamati o donati alla scienza (dietro diverse procedure su cui è
inutile, qui, dilungarsi). Nel secolo XIX, quando il Positivismo diede una
forte spinta alla ricerca scientifica, gli studiosi di anatomia si moltiplicarono,
e non erano, come abbiamo già detto, tutti medici nel senso che noi attualmente
conosciamo. I corpi da studiare era pochi… in Gran Bretagna erano utilizzati
quelli appartenenti ai giustiziati, i quali erano stati condannati alla
dissezione postmortem. Sicuramente
questa risorsa era insufficiente, specialmente dopo le limitazioni delle pene
capitali e del Bloody Code dal 1823, e per questo si iniziò a violare le tombe,
con ogni mezzo… e con metodi assai articolati, per rendere poco visibile dall’esterno
ciò che si era fatto. I profanatori di tombe del periodo vennero chiamati i “Resurrezionisti”
(nome assai ironico e agghiacciante). Il business della vendita dei cadaveri
diventò ben presto fiorente: ciò avveniva perché molti erano gli studiosi
disposti a pagare per un corpo fresco da dissezionare, e anch’essi in prima
persona, a volte, si adoperavano in queste pratiche, se scarsi di risorse
economiche o se appartenenti alle categorie inusuali che praticavano la
chirurgia e gli studi anatomici.
La situazione divenne un’emergenza, in special
modo dopo il caso Burke-Hare. Gli irlandesi
emigrati in Scozia William Burke e William Hare furono due ladri di cadaveri
che si macchiarono di ben 16 omicidi, in meno di dodici mesi, tra il novembre
del 1827 e l’ottobre del 1828, finalizzati ad avere una merce di scambio migliore
in quantità e qualità; con la complicità delle rispettive compagne.
Ritratto di Burke a Hare (dal web)
I corpi da loro “guadagnati”
venivano venduti all’anatomista Robert Knox. I due resurrezionisti, divenuti
assassini, furono scoperti grazie a dei passi falsi compiuti nel loro ultimo
omicidio (la vittima era Marjory Campbell Docherty). Hare confessò e
testimoniò, dietro promessa di aver salva la vita, e Burke fu così condannato a
morte. Il suo corpo fu sottoposto a dissezione. Riporto la testimonianza del professor
Alexander Monro che intrinse la sua penna d'oca nel sangue di Burke e scrisse:
"Queste parole sono scritte con il sangue di William Burke, che fu
impiccato ad Edimburgo. Questo sangue è stato preso dalla sua testa." Lo
scheletro di Burke, altri oggetti ricavati dalla sua pelle conciata; e le
maschere mortuarie di entrambi i serial killer, sono esposti nell’Anatomy Museum
dell’Università di Edimburgo. Knox la fece franca, perché protetto dai due
malviventi, ma la sua fama ne risentì e la sua richiesta di assunzione alla Edinburgh
Medical School fu respinta; tutto ciò dopo l’Anatomy act del 1832. La legge in
questione regolamentò lo studio dell’anatomia, che fu sottoposto al controllo
di organi preposti; i corpi da studiare aumentarono grazie alla possibilità
data agli istituti di medicina riconosciuti, di entrare in possesso dei corpi
non reclamati, di chi era deceduto nelle case di lavoro o negli edifici
pubblici. Fu data altresì la possibilità ai parenti del defunto di donare il
cadavere del congiunto alla scienza, ottenendo il pagamento delle spese per le
esequie, a meno che il defunto stesso non avesse messo per iscritto la sua non
volontà alla donazione. Chiunque poteva poi donare il proprio corpo… e su
questo torneremo.
Continua…